Il delitto di Vasto, Di Lello accusato di omicidio premeditato. Legnini: “Gesto folle”
VASTO, 3 febbraio – Omicidio premeditato, più una serie di altri reati minori. Sono questi i capi di imputazione che la procura di Vasto, guidata da Giampiero Di Florio, ha contestato in prima battuta a Fabio Di Lello, l’uomo di 33 anni che lo scorso mercoledì pomeriggio ha ucciso con tre colpi di pistola Italo D’Elisa, 22 anni, il giovane che nel luglio scorso aveva provocato l’incidente stradale nel corso del quale era deceduta la moglie dell’omicida.
Intanto queste le prime dichiarazioni dell’avvocato Pierpaolo Andreoni, all’uscita dalla casa circondariale di Torre Sinello a Vasto, dopo l’incontro con il suo assistito Fabio Di Lello:
“Abbiamo parlato a lungo di calcio, mi ha chiesto dei libri da leggere perché in cella gli forniscono solo dei giornali sportivi. E’ molto provato e sta vivendo un momento che, come è facile comprendere, è particolarmente difficile sotto il profilo psicologico e umano. E’ molto provato, molto confuso. Non ha ancora realizzato ciò che ha fatto e cosa sia successo”.
Da mercoledì, giorno dell’arresto, è la prima volta che Andreoni torna ad incontrare il suo assistito, che si trova in isolamento ed è guardato a vista, supportato da medici e sanitari. Il legale, che difende Di Lello insieme al collega Giovanni Cerella, fa sapere:
“Gli ho portato i messaggi di vicinanza della famiglia, degli amici e delle persone che gli vogliono bene. Non ha ancora chiari i termini della vicenda. I processi li facciamo in tribunale, in questo momento abbiamo aspetti umani che vanno coltivati”.
Per domani alle 10, in carcere, è previsto l’interrogatorio di garanzia, che sarà condotto dal gip Caterina Salusti. Un passaggio che consentirà di avere un quadro più chiaro sulla posizione giudiziaria dell’omicida. Sempre domani, mezz’ora dopo che i magistrati avranno iniziato l’incontro con Di Lello, si svolgeranno i funerali di Italo D’Elisa, che avranno luogo a Vasto nella chiesa del Sabato Santo. Il rito funebre sarà officiato dal parroco don Antonio Totaro, a poche centinaia di metri in linea d’area dal luogo nel quale il giovane è stato freddato con tre colpi di pistola. La salma sarà seppellita nel cimitero di Furci, paese d’origine della madre.
Intanto non si placano le polemiche, attorno a quello che assume tutti i caratteri di un caso di giustizia fai da te. Il ministro della Giustizia Andrea Orlando, durante il congresso di Magistratura Indipendente a Torino, ha respinto tutte le accuse sulla lentezza dei tempi processuali, in riferimento al caso che vedeva D’Elisa sotto accusa per il reato di omicidio stradale:
“Un atto inaccettabile che è stato scaricato sulla giurisdizione. In un tribunale che, peraltro, ha tempi migliori della media europea. Non deve accadere. Esiste il rischio che senza adeguate spiegazioni questi fenomeni si moltiplichino. Ma la giurisdizione non può essere sommersa dal populismo”.
Sulla stessa lunghezza d’onda il vice presidente del Csm, Giovanni Legnini, anche lui presente a Torino al congresso di Magistratura Democratica:
“Io eviterei di stabilire un nesso tra il corso del procedimento penale e questo gesto omicida folle che non può essere giustificato in alcun modo. Sono del parere che non possa essere accolto l’accostamento fra il delitto e la lentezza della giustizia. Tra quel tragico incidente stradale e l’udienza preliminare sono passati 8 mesi, siamo dunque in presenza dell’esercizio dell’azione penale in tempi rapidissimi rispetto alla media”.