Maltempo e terremoto, i sindaci teramani annunciano una manifestazione a Roma
TERAMO, 11 febbraio – La guerra al decreto terremoto, giudicato insufficiente anche perché non tiene in alcun conto i danni provocati dall’eccezionale ondata di maltempo di gennaio che ha messo letteralmente in ginocchio la provincia teramana e i cui effetti continuano a farsi sentire con frane, smottamenti ed evacuazioni di nuclei familiari, parte dai sindaci teramani. Tanto che questa mattina primi cittadini e loro rappresentanti di ben 19 comuni teramani si sono incontrati a Teramo insieme all’onorevole Paolo Tancredi e al vicepresidente del consiglio regionale Paolo Gatti per stilare una serie di proposte di modifica al decreto e per annunciare una manifestazione di protesta a Roma.
Proposte che lunedì pomeriggio verranno illustrate anche all’assemblea dei sindaci, convocata dal presidente della Provincia Renzo Di Sabatino, con l’obiettivo di cercare la massima condivisione di tutti i rappresentanti del territorio.
“Dopo un ampio esame dei provvedimenti assunti dal Governo per fronteggiare le calamità naturali dello scorso gennaio – scrivono gli amministratori teramani – è stata espressa all’unanimità una valutazione di profonda inadeguatezza degli stessi rispetto ai danni economici e sociali patiti dalla provincia di Teramo e dalla nostra comunità e sono state discusse le prime ipotesi di modifica al relativo decreto”.
I sindaci, in particolare, chiedono l’allargamento del cratere sismico a tutti i “Comuni della provincia notoriamente molto danneggiati“, la sospensione delle tasse anche per la città di Teramo, l’inserimento del contributo di 10mila euro per la case “lesionate ma agibili come accaduto per l’Aquila“, l’introduzione del concetto di “calamità naturale integrata””(sisma e neve),” aggravato dalla interruzione della energia elettrica per eliminare il taglio di fondi alla Provincia, cosa che libererebbe almeno 15/20 milioni per i primi interventi sulle strade provinciali, e per apprestare agevolazioni urgenti, normative e finanziarie, per i Comuni, al fine di fronteggiare adeguatamente almeno l’emergenza“, l’inserimento di ulteriori fondi per il mondo agricolo, l’inserimento nel decreto di una norma “che consenta alla Regione Abruzzo e alle Regioni terremotate di accendere un mutuo per la valutazione della vulnerabilità sismica“, l’inserimento nel decreto della ” rimodulazione del Masterplan di almeno il 50 per cento affinché la metà della dotazione finanziaria sia finalizzata a progetti di sostegno al tessuto economico e sociale colpito dal sisma e dalle calamità naturali“, la valutazione di una nuova zona franca.
“Chiederemo altresì che queste proposte confluiscano nel documento che dovrà essere approvato lunedì dal Consiglio Provinciale – concludono gli amministratori locali – e che tutti i sindaci della Provincia si impegnino a sostenere questa piattaforma programmatica con una manifestazione a Roma che ipotizziamo di svolgere entro il mese di febbraio”.
Alla riunione hanno partecipato il vicesindaco di Alba Adriatica Massimo Tonelli, il consigliere provinciale Ambra Foracappa, il sindaco di Ancarano Pierangelo Panichi, il sindaco di Arsita Enzo Lucci, il sindaco di Atri Gabriele Astolfi e il consigliere provinciale Domenico Pavone, il vice sindaco di Basciano Ercole Di Filippo, il sindaco di Bisenti Enzo De Febis, l’assessore di Campli Federico Agostinelli, il sindaco di Canzano Franco Campitelli, il sindaco di Castel Castagna Rosanna De Antoniis, il sindaco di Cermignano Santino Di Valerio, il sindaco di Civitella del Tronto Cristina Di Pietro, il sindaco di Colledara Manuele Tiberii, il sindaco di Corropoli Umberto D’Annuntiis anche in rappresentanza del Comune di Sant’Egidio, il sindaco di Fano Adriano Adolfo Moriconi, il sindaco di Isola del Gran Sasso Roberto Di Marco, il sindaco di Notaresco Diego Di Bonaventura, il sindaco di Penna S.Andrea Severino Serrani, il sindaco di Pietracamela Michele Petraccia, l’assessore del Comune di Teramo Franco Fracassa.
Intanto, mentre numerosi amministratori partecipavano alla riunione con Gatti e Tancredi in Provincia si lavorava alla bozza di delibera da presentare all’assemblea dei sindaci convocata per lunedì pomeriggio e con all’ordine del giorno la richiesta di provvedimenti urgenti da presentare al Consiglio dei Ministri e alla Regione Abruzzo.
Bozza di delibera che prevede sia la richiesta di riconoscimento per tutta la provincia teramana dello stato di emergenza derivante dalla calamità naturale, sia quella di apportare alcune sostanziali modifiche, in fase di conversione, al decreto legge sul terremoto a partire dall’estensione dell’area del cratere anche ai Comuni della fascia montana ad oggi esclusi e dall’estensione delle misure previste per i Comuni già inseriti nel cratere anche al Comune di Teramo eliminando le limitazioni esistenti.
Tra le richieste previste nella bozza di delibera anche quella dell’adozione di provvedimenti specifici per il superamento dell’emergenza e l’emanazione di specifiche ordinanze in cui sia prevista un’assegnazione e conseguente ripartizione delle risorse finanziarie proporzionale ai danni subiti nell’intero territorio della Provincia di Teramo, ed in particolare: la copertura integrale dei costi sostenuti in fase di emergenza da Provincia e Comuni, in tempi certi e brevi, e con anticipazioni consistenti e conguaglio a rendicontazione, la copertura integrale delle somme necessarie per il ripristino del patrimonio pubblico danneggiato, la sospensione immediata del prelievo a titolo di concorso al contenimento della spesa pubblica della Provincia di Teramo disposto dalla legge 190/2014 e relativo all’anno 2016, l’eliminazione del taglio già previsto per l’anno 2017, per la Provincia di Teramo e del taglio al Fondo di solidarietà comunale per i Comuni, L’istituzione di un Fondo speciale a copertura del minor gettito da entrate tributarie nelle casse comunali, per effetto del sisma, la proroga delle sospensioni degli adempimenti finanziari e contabili, l’eliminazione delle sanzioni di cui al patto 2015 per i Comuni e la sospensione delle rate dei mutui, lo stanziamento di fondi straordinari per la messa in sicurezza e l’adeguamento sismico di tutte le scuole della Provincia, comprensive dei fondi per le verifiche di vulnerabilità, o in alternativa consentire alla Regione Abruzzo di accendere un mutuo per la valutazione della vulnerabilità sismica delle scuole, l’assegnazione all’Adsu di Teramo di nove milioni di euro ex legge 338/2000 per la realizzazione della nuova residenza studentesca, la possibilità per la Regione Abruzzo di rimodulare il Masterplan destinando prioritariamente le risorse per le opere di messa in sicurezza del territorio e di sostegno al tessuto economico –turistico e sociale colpito dal sisma e dalle altre calamità.
Ma non solo. Perché nella delibera non si parla solo di enti locali ma anche di privati, per i quali vengono richiesti un contributo per l’autonoma sistemazione per i nuclei familiari la cui abitazione principale, abituale e continuativa sia stata distrutta in tutto o in parte, ovvero sia stata sgomberata in esecuzione di provvedimenti delle competenti autorità, in conseguenza degli eventi calamitosi, la copertura integrale degli interventi strutturali di ripristino degli edifici privati, ivi compresi gli edifici vincolati, danneggiati o dichiarati inagibili e per i quali sia rinvenibile il nesso di causalità tra i danni subiti e l’evento, un contributo di 10.000 per le case lesionate ma agibili, la sospensione delle tasse per due anni con previsione di successivo pagamento dilazionato in dieci anni per i residenti nei Comuni insistenti nel cratere, nonché per quelli fuori cratere che hanno subito danni conseguenza degli eventi calamitosi; agevolazione da riconoscere a prescindere dalla sede del luogo di lavoro , la sospensione delle rate dei mutui per i residenti nei Comuni insistenti nel cratere, nonché per i residenti nei Comuni fuori cratere ma che hanno subito danni conseguenza degli eventi calamitosi, la copertura integrale dei costi per il ripristino delle strutture, degli impianti, dei macchinari e delle attrezzature delle imprese, danneggiati e per i quali sia rinvenibile il nesso di causalità tra i danni subiti e l’evento, iIl rimborso del prezzo di acquisto di scorte di materie prime, semilavorati e prodotti finiti, danneggiati o distrutti a causa degli eventi eccezionali e non più utilizzabili, la copertura integrale dei danni da lucro cessante per le attività economiche con sede nei Comuni del cratere, la copertura integrale dei danni da lucro cessante per le attività economiche con sede nei Comuni non ricompresi nel cratere, che dimostrano di aver subito un decremento dell’attività, insistenti sia dentro che fuori dai Comuni del cratere, gli indennizzi ed i risarcimenti semplificati per i disservizi in aggiunta agli strumenti ordinari previsti dai contratti di servizio la proroga degli interventi di sostegno al reddito, a partire dagli ammortizzatori in deroga, da attuare non solo nelle aree dal cratere, ma anche per i comuni fuori dal cratere, interessati da eventi sismici e/o dalle calamità nevose e naturali, garantendo la retroattività, la relativa copertura finanziaria e l’immediata fruibilità, con modalità procedurali chiare e snelle