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Ricostruzione post sisma: gli indagati parlavano di “piano Abruzzo”

Ricostruzione post sisma: gli indagati parlavano di “piano Abruzzo”

“Quello che colpisce è la consapevolezza dell’affare: si parla esplicitamente di ‘piano Abruzzo’, di una regione connotata come luogo di affari, di un piatto ricco che gli indagati ritenevano alla loro mercé”: il sostituto procuratore Anna Rita Mantini alza il velo sul cuore dell’inchiesta, su quei rapporti tra imprenditori e tecnici stretti in nome del denaro.

L’indagine Earthquake della Procura di Pescara tocca un nervo scoperto della rinascita post sisma, quello della ricostruzione privata, che più facilmente, almeno in una prima fase, è riuscita a sottrarsi a regole e controlli. Gli accertamenti portati avanti dal Corpo forestale e dalla Procura di Pescara aprono uno scenario scomposto: la quota, per entrare sul mercato della ricostruzione privata nell’area di Bussi, era del venti per cento dell’appalto.

“La sicumera – prosegue la pm Mantini  – è dimostrata da accordi scritti che fondamentalmente formalizzavano un patto di non concorrenza per la suddivisione dei lavori tra le ditte interessate”.

Per ora non esiste un coinvolgimento della politica: nomi ce ne sono, uno in particolare emerge più volte, ma si tratta di riferimenti “per appunti” sui quali al momento non c’è alcuna concretezza. L’indagine comunque è ancora a metà, visto che, dalle intercettazioni, sarebbe emersa apertamente l’intenzione dei soggetti coinvolti di estendere la loro attività alla parte principale del cratere, cioè all’Aquila. Su questo, ferma restando la competenza territoriale, si dovranno cercare riscontri anche grazie alla collaborazione con le altre Procure coinvolte.

Un dato emerge però con certezza, e lo sottolinea il procuratore facente funzioni Cristina Tedeschini:

“La normativa sulla ricostruzione, in base alla quale sono stati contestati i fatti, ha dimostrato di avere delle smagliature e ha aperto la strada a fenomeni come questo, che si potrebbero ripetere”.

Per questo non si può abbassare la guardia.

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