Diclorometano nell’acqua del Gran Sasso, la Procura di Teramo ha aperto un’inchiesta
TERAMO, 6 aprile – E’ un indagine per il momento senza indagati quella aperta dalla Procura di Teramo per far luce sugli ultimi episodi di contaminazione delle acque captate dai pozzetti che insistono nell’area dei laboratori del Gran Sasso e delle gallerie autostradali, dove a fine agosto fu rinvenuto il diclorometano.
Le indagini, da quanto si apprende, sarebbero partite già da tempo, all’indomani dei primi esposti arrivati sul tavolo della Procura dopo la notizia del rinvenimento del composto chimico da parte dell’Arta su alcuni campioni, con gli accertamenti delegati ai Carabinieri Forestali e con il fascicolo coordinato dal Procuratore Antonio Guerriero.
Sul tavolo presunti reati ambientali, con gli inquirenti che vogliono capire cosa sia successo in quei giorni e come sia stato possibile lo sversamento di diclorometano nelle acque ed accertare eventuali responsabilità.
La sostanza chimica era stata rinvenuta dall’Arta a fine agosto in alcuni campioni, con valori inferiori ai limiti di legge per quel che concerne le acque potabili ma superiori ai limiti per le acque sotterranee.
Nei giorni scorsi a tornare sull’argomento erano stati il Forum H2O e la Stazione ornitologica abruzzese, che sulla vicenda hanno presentato un esposto alle Procure di Teramo e L’Aquila e alla Corte dei Conti.