Causa D’Alfonso-Mandara, il governatore avrebbe avuto attacchi d’ansia a causa degli articoli
PESCARA, 26 maggio – Seconda udienza, in tribunale a Pescara, nell’ambito della causa civile intentata dal presidente della Giunta regionale, Luciano D’Alfonso, contro la giornalista Lilli Mandara, per gli articoli e i commenti pubblicati sul blog Maperò. D’Alfonso ha chiesto a Mandara un risarcimento di 150 mila euro, contestando in particolare circa 30 articoli, in larga parte riguardanti i casi Maltauro e La City, e gli incarichi in Regione. Il giudice Marco Bortone oggi si è riservato di decidere sull’ammissione delle prove documentali e dei testimoni.
Proprio dalle richieste di ammissioni dei testimoni sono emersi alcuni degli spunti più interessanti. Secondo la tesi di D’Alfonso gli articoli scritti dalla giornalista rappresenterebbero “una continuata aggressione e una campagna stampa di natura irridente e derisoria, nonché denigratoria e diffamatoria”. Ma non solo, secondo il legale del governatore, Mario Briolini, D’Alfonso avrebbe sofferto di patologie, quali “turbamenti e stati d’ansia”, in seguito alla pubblicazione degli articoli firmati dalla Mandara. Tre testimoni sarebbero pronti a darne conto, ma il legale della giornalista, Lamberto Di Pentima, si è opposto alla loro ammissione, non trattandosi di medici e dunque non essendo in grado di attestare alcun tipo di patologia.
Di Pentima si è opposto anche all’ammissione di altre testimonianze, giudicate generiche e irrilevanti, e alla produzione di ulteriori articoli da parte dei legali di D’Alfonso, poiché a giudizio dell’avvocato che assiste Mandara verrebbe violato il contraddittorio e il diritto di difesa, in quanto gli ulteriori articoli che Briolini intenderebbe produrre sono stati pubblicati sul blog successivamente all’atto introduttivo.
Il legale di D’Alfonso, da parte sua, si è opposto all’ammissione di alcune prove testimoniali a favore della Mandara, ritenendole superflue rispetto a quanto già prodotto nelle prove documentali.
Oggi era presente in aula Lilli Mandara, sostenuta da un nutrito gruppo di lettori, giornalisti ed esponenti dell’Ordine e del Sindacato. Il giudice nei prossimi giorni scioglierà la riserva e fisserà la data della prossima udienza, nel corso della quale saranno ascoltati i primi testimoni.