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Acqua del Gran Sasso, concessione a rischio. L’osservatorio: “E’ un paradosso”

Acqua del Gran Sasso, concessione a rischio. L’osservatorio: “E’ un paradosso”

TERAMO, 27 maggio – Che la concessione per le captazioni del Gran Sasso sia a rischio, con lo spettro di una crisi idrica per mezzo Abruzzo, non può che essere definito come un vero e proprio “Paradosso Gran Sasso”. A sostenerlo l’Osservatorio Indipendente dell’Acqua del Gran Sasso, che intervenendo sull’orientamento della Regione, che con una comunicazione del 23 maggio ha annunciato la non applicabilità della disciplina regionale sulle concessioni provvisorie alle captazioni del Gran Sasso, dichiarando di non poter neppure procedere con l’istruttoria per il rilascio della concessione, sottolinea come sia impensabile, a distanza di 15 anni, trovarsi in una situazione del genere.

“In pratica, considerato che la concessione provvisoria in vigore scade a fine 2017, ci si trova in una situazione di pre-crisi idrica conclamata, tanto che i dirigenti regionali che hanno firmato la nota hanno invitato l’Ersi a prendere in considerazione l’ipotesi di presentare una specifica richiesta di autorizzazione al prelievo in emergenza, nelle more dell’adozione di soluzioni definitive – scrivono le associazioni ambientaliste – Il paradosso nasce dal fatto che oltre la metà degli abruzzesi dovrebbero rinunciare ad un’acqua di alta qualità a causa delle interferenze sull’acquifero da parte dei Laboratori dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e delle gallerie dell’Autostrada A24. Alla fine sembra quasi che sia l’acqua ad essere un ‘ospite sgradito’ della montagna e che a pagare il conto (molto salato) dovranno essere i cittadini”.

Eppure, continua l’Osservatorio, le interferenze furono denunciate dalle associazioni ambientaliste già alcuni mesi prima dell’incidente dell’agosto 2002. Talmente acclarate, aggiunge, da far nominare un commissario straordinario che “ha avuto a disposizione oltre 80 milioni di euro per la messa in sicurezza del sistema acquifero Gran Sasso“.

“L’Osservatorio trova incredibile che, a distanza di 15 anni, ci si trovi oggi in una situazione del genere. La necessità di un cambio radicale nella conduzione di questa vicenda è sotto gli occhi di tutti – incalzano le associazioni ambientaliste –  Confronto, trasparenza e coinvolgimento delle comunità nei processi decisionali sono gli elementi che devono caratterizzare la gestione del bene comune per eccellenza, l’acqua. L’Osservatorio sta procedendo a chiamare Regione Abruzzo, Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e Autostrada dei Parchi ad un nuovo incontro pubblico per il fine settimana del 16-17giugno a Teramo, al fine di continuare quel processo di informazione verso la cittadinanza, avviato con Arta, Asl e Ruzzo Reti SpA nell’incontro del 20 maggio scorso. L’Osservatorio sta anche continuando ad acquisire documentazione dagli organismi competenti sulla gestione dell’acqua e chiederà un incontro al Prefetto di Teramo per metterlo al corrente delle iniziative intraprese e da intraprendere einvita tutti gli Enti coinvolti a mettere in atto una vera e propria “operazione trasparenza” facilitando l’acquisizione e lo scambio di informazioni verso la collettività: come già ribadito più volte l’Osservatorio è pronto a partecipare a qualsiasi momento di confronto, anche istituzionale, dando il proprio contributo”.

L’Osservatorio Indipendente sull’Acqua del Gran Sasso è costituito da Wwwf, Legambiente, Mountain Wilderness, Arci, ProNatura Laga, Cittadinanzattiva, Guardie Ambientali d’Italia, Fiab, Cai e Italia Nostra.

 

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