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Enav: “Aeroporto di Pescara a basso traffico”. Scattano tagli di stipendio e trasferimenti

Enav: “Aeroporto di Pescara a basso traffico”. Scattano tagli di stipendio e trasferimenti

PESCARA, 5 giugno 2017 – Tagli di stipendio e trasferimenti. E’ il conto presentato dall’Enav all’Aeroporto di Pescara, dichiarato “a basso traffico” dalla società che gestisce il traffico aereo civile in Italia. A farne le spese, a partire dal primo giugno, una ventina di dipendenti dello scalo abruzzese.

Nonostante l’Aeroporto di Pescara sia stato recentemente dichiarato di “interesse nazionale”, nell’ambito del Piano Nazionale degli Aeroporti, dovrà fare i conti con l’ampio programma di razionalizzazioni condotto dall’Enav.

Come ha infatti spiegato il sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti, Umberto Del Basso De Caro, nella risposta ad una interrogazione presentata dai parlamentari abruzzesi del Movimento 5 Stelle:

“La normativa comunitaria di settore, in linea con le previsioni del Cielo Unico Europeo, prescrive che anche i sistemi aeroportuali dei Paesi membri siano soggetti al regime di performance operativa ed economica comunitaria. Sulla base degli obiettivi di efficienza economica definiti dalla Commissione Europea, gli Stati membri e i relativi fornitori dei servizi della navigazione aerea designati, tra cui Enav, devono conformarsi realizzando un aumento della produttività e una riduzione dei costi di esercizio. Come diretta conseguenza, su indirizzo del Ministero e di concerto con Enac, Enav ha predisposto un piano di razionalizzazione e ottimizzazione dei costi su una ventina di aeroporti italiani che hanno un basso volume di traffico, tra cui Pescara. L’analisi effettuata dall’Enav ha permesso di identificare una modifica della struttura dei costi attraverso soluzioni operative, organizzative e gestionali, specifiche per le caratteristiche dei predetti aeroporti, portando ad una nuova modalità tecnico-operativa di erogazione del servizio, basata su una ancor più attenta congruenza tra le risorse impiegate e il traffico servito. In sostanza, non si tratta di ‘grave riduzione degli organici’ ma di un adeguamento degli stessi allo standard stabilito per la tipologia di aeroporto in cui si colloca Pescara”.

Ancora una volta, in sostanza, si scaricano le responsabilità sull’Europa e sul suo sistema normativo. A scontarne gli effetti, in ogni caso, saranno sette dipendenti  dell’Aeroporto di Pescara, che hanno accettato una riduzione dello stipendio e altri undici dipendenti, che hanno accettato il trasferimento presso altre sedi.

Armando Foschi, dell’associazione “Pescara Mi Piace”, illustra i dettagli dell’operazione, lanciando strali con la classe politica al governo della Regione:

“Enav ha proposto ai propri dipendenti due diverse tipologie di contratto. Il primo per quei dipendenti che avrebbero scelto di mantenere le proprie condizioni contrattuali maturate, ma accettando il trasferimento in altra sede; il secondo per i dipendenti che avrebbero deciso di restare nella sede di lavoro di Pescara ma, in questo caso, accettando una riduzione di stipendio del 30% e il cambio della qualifica professionale. Nell’aeroporto di Pescara sappiamo che 5 operativi  2 amministrativi hanno deciso di aderire al secondo contratto, dunque di restare nel capoluogo adriatico, rinunciando ingiustamente al 30% dello stipendio, mentre altri 10 operativi e un amministrativo hanno optato per il primo contratto, sottoponendosi al trasferimento, pur avendo stabilito da anni la propria residenza nella nostra città, dove hanno costruito anche la vita familiare”.

Infine l’affondo:

“E’ una vergogna che, nonostante i nostri ripetuti e costanti appelli, si sta consumando nel silenzio dei sindacati, della Saga e della Regione stessa che, a questo punto, non potranno continuare a negare anche l’evidenza dei fatti”.

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