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Montesilvano, migranti e povertà: la Casa della Solidarietà inaugura tra le polemiche /FOTO-VIDEO

Montesilvano, migranti e povertà: la Casa della Solidarietà inaugura tra le polemiche /FOTO-VIDEO

MONTESILVANO, 5 luglio – La ‘Casa della Solidarietà’ di Montesilvano, con mensa ed emporio solidale, è realtà. Seppur tra le polemiche, che vanno avanti da tempo, oggi si è svolta la cerimonia per il taglio del nastro della struttura, nei locali dell’ex Artigianluce, su corso Umberto, in zona Santa Filomena. La mensa sarà aperta a tutti, dal lunedì al sabato. L’emporio per ora sarà aperto solo il giovedì: potranno effettuare acquisti, attraverso una tessera a punti, solo le persone selezionate dai centri di ascolto.

All’esterno della struttura la protesta pacifica di un gruppo di cittadini del comitato Santa Filomena, che hanno manifestato con degli striscioni: “E’ il mio quartiere, non è un ghetto. Pretendo rispetto” e “Giù le mani dal mio quartiere, giù le mani da casa mia”. A loro rispondono indirettamente il sindaco ed il vescovo che, nel corso della cerimonia, sottolineano l’importanza dell’integrazione. 

All’inaugurazione hanno preso parte, tra gli altri, l’arcivescovo di Pescara-Penne, monsignor Tommaso Valentinetti, il direttore della Caritas Diocesana, don Marco Pagniello, il presidente del Tribunale di Pescara, Angelo Bozza, il manager della Asl, Armando Mancini, il sindaco Francesco Maragno con gli esponenti della Giunta, il commissario dell’Azienda speciale di Montesilvano, Luca Cirone, e i rappresentanti della comunità senegalese.

IL VESCOVO, SOLO CON L’INTEGRAZIONE DIMINUISCE IL PERICOLO

L’arcivescovo di Pescara Penne, monsignor Tommaso Valentinetti, nel corso della cerimonia sottolinea che che “la Caritas fa quello che può, ma abbiamo bisogno di collaborazione, come avvenuto in questo caso. Cerchiamo di dare risposte alle emergenze, alle questioni difficili che si creano”.

“Siamo di fronte ad una svolta epocale, che lo vogliamo o no. Fa parte di una lettura della storia che con intelligenza dobbiamo fare. La storia, se la leggiamo – sottolinea Valentinetti – è piena di migrazioni dei popoli, a volte con situazioni traumatiche, altre con situazioni positive. L’obiettivo deve essere dare possibilità di vita e di sviluppo a tutti. Bisogna integrare tutto ciò che è integrabile perché solo con l’integrazione diminuisce il pericolo”.

IL SINDACO, RESISTENZE SI SUPERANO SOLO CON CONOSCENZA

“Oggi è una giornata storica – afferma Maragno – Finalmente Montesilvano riesce a dotarsi di quelle strutture necessarie ed indispensabili per rispondere ai bisogni di una larga fetta della popolazione. Tre anni fa, quando mi sono insediato, ho visto una situazione difficile e ora le cose sono addirittura peggiorate. Spesso si pensa che le mense dei poveri siano per gli stranieri, invece in queste strutture vanno anche ex imprenditori ora in difficoltà. La società è cambiata. Le risposte si danno con i fatti e non con le parole. Questa è la classica dimostrazione di come, lavorando insieme, seriamente e serenamente, si possono raggiungere dei risultati importanti”.

Il sindaco, poi risponde anche a chi protesta e rivolge “un pensiero a chi oggi non la vede come noi, perché anche a loro dobbiamo dare una risposta”. Persone che “si sono fatte sopraffare dalla paura, dall’incertezza o semplicemente dalla mancata conoscenza di come stanno le cose. Non vogliamo creare pericoli per questi cittadini, perché non sono cittadini di serie ‘b'”.

“Solo attraverso la conoscenza si superano resistenze che spesso sono solo mentali. Sull’immigrazione Montesilvano ha aderito al progetto Sprar e si è rimboccata le maniche. Prima in città c’erano circa 350 profughi letteralmente ‘stipati’, che non potevano integrarsi. Con lo Sprar abbiamo deciso di abbassare questo numero: ospiteremo 161 profughi, tra cui anche donne e bambini, che verranno distribuiti in punti diversi del territorio. Faranno lavori socialmente utili per un Paese che li vuole ospitare. Questo è il modo migliore per controllare ed integrare, è il modo migliore per mettere a disposizione il territorio, senza farlo distruggere o sfruttare. Il più grosso business del terzo millennio è la tratta degli esseri umani, ma noi non dobbiamo essere schiavi o vivere passivamente queste scelte, altrimenti non potremmo mai alzare la mano e dire che non siamo d’accordo. Dobbiamo dimostrare con i fatti che si può fare un’accoglienza qualificata, dimostrare con i fatti a chi oggi non la pensa come noi che vogliamo anche il loro contributo”, conclude.

“Oggi è una giornata storica – dice ancora il sindaco – Finalmente Montesilvano riesce a dotarsi di quelle strutture necessarie ed indispensabili per rispondere ai bisogni di una larga fetta della popolazione. Tre anni fa, quando mi sono insediato, ho visto una situazione difficile e ora le cose sono addirittura peggiorate. Spesso si pensa che le mense dei poveri siano per gli stranieri, invece in queste strutture vanno anche ex imprenditori ora in difficoltà. La società è cambiata. Le risposte si danno con i fatti e non con le parole. Questa è la classica dimostrazione di come, lavorando insieme, seriamente e serenamente, si possono raggiungere dei risultati importanti”.

Il responsabile della Caritas Diocesana, don Marco Pagniello, si definisce “felice perché un fatto concreto nasce per i più poveri” e al tempo stesso “rammaricato perché se apriamo queste opere vuol dire che ce n’è tanto bisogno”.

“Un’opera – aggiunge – che non nasce spontaneamente, ma che è stata portata avanti con attenzione per tanti anni. Un grazie va ai volontari. Si tratta di una struttura che ha la pretesa di aiutare quelli che la frequenteranno: non basta dare un piatto, vogliamo che i fratelli e le sorelle che vengono in questi luoghi non abbiano più bisogno di noi”.

 

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