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Earthquake: revocati tutti gli arresti, ma il quadro indiziario tiene

Earthquake: revocati tutti gli arresti, ma il quadro indiziario tiene

PESCARA, 22 ottobre – Il quadro indiziario è confermato, ma le esigenze cautelari risultano affievolite. Con queste motivazioni il gip del tribunale di Pescara, Gianluca Sarandrea, ha disposto la revoca degli arresti domiciliari per le sei persone sottoposte a provvedimenti restrittivi nell’ambito dell’inchiesta Earthquake, sul presunto sistema di tangenti relativo alla ricostruzione post-sisma in Abruzzo. In sostanza, a giudizio del gip, l’impianto accusatorio delineato dai pm Anna Rita Mantini e Mirvana Di Serio resta solido e inalterato, ma non ci sono più le condizioni per la reiterazione del reato o per l’inquinamento delle prove.

Sarandrea questa mattina ha firmato la revoca degli arresti per Angelo Melchiorre, indagato in qualità di responsabile tecnico del Comune di Bussi e dell’Ufficio territoriale per la ricostruzione numero 5, mentre ha disposto la sostituzione degli arresti domiciliari, con l’obbligo di dimora nel comune di residenza, per Emilio Di Carlo, direttore dei lavori e progettista degli aggregati 43 e 45 del Comune di Bussi, per Marino Scancella, architetto incaricato della progettazione dell’aggregato 30 del Comune di Bussi, per l’imprenditore umbro Stefano Roscini, per l’ex colonnello dell’esercito Giampiero Piccotti e per il tecnico ed ex consigliere del Comune di Gubbio Angelo Riccardini. Per quantro riguarda Di Carlo, Scancella, Riccardini e Roscini, il gip ha disposto anche il divieto temporaneo dell’esercizio della propria attività professionale.

Quanto alle argomentazioni che accompagnano le decisioni del gip, meritano di essere esaminate caso per caso. In relazione a Melchiorre, figura centrale dell’inchiesta, alla luce del suo ruolo apicale nella pubblica amministrazione:

il gip conferma “la ferma ed impregiudicata sussistenza di gravi indizi di colpevolezza”, revoca la misura cautelare in quanto “la sospensione delle funzioni svolte costituisce un apprezzabile segnale di sensibilità istituzionale, che induce a rivalutare il giudizio sulla sussistenza di inderogabili esigenze attinenti alle future acquisizioni investigative, tenuto conto sia della rilevante attività investigativa sinora compiuta e sia del fatto che i rapporti che Melchiorre ha sinora potuto coltivare nell’esercizio della propria attività amministrativa subiranno un evidente indebolimento, con evidenti conseguenze sulla sua possibilità di interferire con il personale e con la documentazione dell’ufficio, e sia in merito al pericolo di reiterazione del reato, risultando ad oggi impossibile per l’indagato, privato del contesto che si ritiene gli abbia consentito di realizzare le condotte delittuose, reiterare analoghe condotte”.

C’è poi la posizione dell’ex colonnello dell’esercito Piccotti, che secondo l’accusa sarebbe l’estensore del cosiddetto “Piano Abruzzo”, mirato a gestire in modo unitario l’attività della ricostruzione degli edifici interessati dal sisma del 6 aprile del 2009:

Sarandrea rileva la “ferma ed impregiudicata sussistenza a carico dell’indagato di gravi indizi di colpevolezza, non essendo emersi nel corso dell’interrogatorio di garanzia, dove lo stesso si è avvalso della facoltà di non rispondere, elementi di segno contrario rispetto a quanto descritto nell’ordinanza applicativa” di misura cautelare. Ad ogni modo dispone la revoca dei domiciliari perchè “le attuali e comprovate condizioni di salute dell’indagato meritano l’accoglimento dell’istanza”.

Altra figura chiave è quella dell’imprenditore umbro Roscini, che a giudizio dei pm, dopo avere incassato il via libera dal responsabile dell’ufficio tecnico del Comune di Bussi (Melchiorre) e dagli architetti locali (Scancella e Colella), mette nero su bianco la prima bozza di contratto da utilizzare per il futuro affidamento dei lavori di ricostruzione:

il gip conferma la sussistenza del quadro indiziario a carico dell’imprenditore Roscini e sottolinea di “non poter accedere alla tesi secondo cui Roscini mai abbia fatto parte del consorzio Ges.Com, dovendosi rilevare come invece dalla documentazione acquisita nel corso delle indagini risulta che lo stesso fosse anzi organico alla struttura”. Per quanto riguarda il foglietto trovato nell’ufficio dell’imprenditore, dove compare la scritta “politica” accostata alla cifra “5”, che secondo l’accusa potrebbe rappresentare la quota delle tangenti da destinare alla politica, il gip sottolinea di “non poter apprezzare le giustificazioni fornite dall’indagato”, secondo cui l’appunto “sarebbe da ricondurre ad una vicenda estranea ai fatti di imputazione”. Sarandrea ritiene, tuttavia, che le esigenze cautelari siano “sensibilmente attenuate” e che l’obbligo di dimora e il divieto temporaneo dell’attività professionale “costituiranno adeguato impedimento alla realizzazione di ulteriori condotte delittuose” e “saranno in grado di impedirgli la possibilità di incidere sul materiale probatorio”.

Per quanto concerne l’architetto Scancella, che secondo Mantini e Di Serio sarebbe stato il procacciatore di appalti per conto di Piccotti e Roscini:

il gip rileva “che la versione fornita dall’indagato, secondo cui la sua attività si sarebbe limitata ad acquisire lecitamente commesse da parte dei titolari di immobili lesionati dal sisma ed a collaborare con tecnici in forza a ditte a cui sarebbe stato in seguito attribuito il compito di realizzare le opere, risulta smentita dalle risultanze investigative che hanno invece evidenziato la sua piena partecipazione nell’attività illecita”.

Secondo gli inquirenti, attraverso l’articolato sistema messo in piedi da Piccotti, Scancella e Di Carlo avrebbero incassato l’intera parcella, senza svolgere nessun tipo di attività valutativa e di rielaborazione tecnica, nonostante fossero i tecnici incaricati della progettazione degli aggregati:

a tal proposito Sarandrea evidenzia come Scancella “non abbia in alcun modo partecipato alla attività di progettazione degli immobili in questione”, ma ritiene “le esigenze di cautela sensibilmente attenuate”.

Infine il gip, anche relativamente a Di Carlo e Riccardini, pur confermando la sussistenza del quadro indiziario,  reputa che le esigenze cautelari siano “sensibilmente attenuate”.

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