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Emergenza migranti a Montesilvano, Maragno a Gentiloni: “Eseguire i decreti di espulsione”

Emergenza migranti a Montesilvano, Maragno a Gentiloni: “Eseguire i decreti di espulsione”

MONTESILVANO, 14 luglio –  Un’emergenza di fronte alla quale i sindaci hanno bisogno di essere aiutati. Un aiuto che non può prescindere dall’espellere realmente dal paese quei migranti colpiti dai decreti di espulsione, anche e soprattutto per evitare rigurgiti razzisti tra i cittadini. E’ questo il senso della lettera aperta inviata dal sindaco di Montesilvano Francesco Maragno direttamente al premier Paolo Gentiloni. Lettera aperta in cui il primo cittadino, nel rivendicare il proprio impegno all’accoglienza, tanto da aver presentato ed attivato in merito al sistema Sprar “il progetto, risultato il più corposo e articolato a livello nazionale, sia in termini di finanziamento che di numero dei migranti coinvolti” sottolinea come le azioni di contrasto all’illegalità messe in campo dal Comune rischino di essere vanificate dall’inottemperanza dei decreti di espulsione.

“La città che mi onoro di  rappresentare è una località di mare della costa adriatica, meta turistica scelta da tante famiglie per trascorrere le proprie vacanze. Come tale è ospitale, accogliente e dotata di numerose strutture alberghiere. Proprio in alcuni di questi hotel hanno trovato accoglienza anche numerosi migranti, ospitati nei Cas  – scrive Maragno – A questi ultimi si aggiungono anche moltissimi extracomunitari che, senza alcun titolo per rimanere sul suolo italiano, persino destinatari di decreti di espulsione, occupano abusivamente gli angoli più belli di questa cittadina, danneggiando il sistema economico e turistico locale. Mi sento in dovere di chiederVi di tenere in giusta considerazione la tutela dei diritti dei cittadini e di dare risposta ai preoccupanti segnali di distacco dall’idea del bene comune che stanno emergendo con la gestione dei flussi migratori. Nelle scorse settimane nel mio Comune abbiamo eseguito un’incisiva azione di contrasto all’illegalità, sanando una situazione che andava avanti da decenni, ma dopo poco tutto il grande lavoro svolto con l’eccezionale sacrificio delle forze di polizia è stato vanificato dalla mancanza di chiarezza di alcune norme. Sei mesi di lavoro, di riunioni, di attenta pianificazione sono, agli occhi dei cittadini, inutili se gli stranieri destinatari di decreti di espulsione, non vengono di fatto allontanati.”

Maragno, a scanso di equivoci, rivendica il proprio impegno nell’accoglienza Sprar sia perché fermamente  “convinto della bontà e del valore dell’accordo Anci  – Ministero dell’Interno“, sia perché preoccupato, in caso contrario, “di vedere il mio territorio letteralmente invaso da un numero imprecisato di profughi, per i quali non era possibile garantire un’adeguata sistemazione, trattati come numeri e non come persone. Considerati un peso e non una risorsa“. Ma rivendica anche la necessità di una corretta gestione del fenomeno migratorio che, se da un lato deve passare per il coinvolgimento dei migranti “a titolo gratuito in lavori di pubblica utilità a favore del Comune che li ospita e dello Stato che li accoglie e sostiene costi di circa 43 euro al giorno, per ciascun profugo, offrendo loro confortevoli sistemazioni in hotel fronte mare” , dall’altro deve necessariamente “dare seguito ai decreti di espulsione sistematicamente emessi e non ottemperati, per consentire ai cittadini di continuare a credere nelle Istituzioni Pubbliche che trovano le proprie fondamenta nella Costituzione Italiana alla quale ho giurato fedeltà“.

 

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