Inchiesta sulla ricostruzione del Teatro comunale dell’Aquila, in libertà Giuseppe Giustino
L’AQUILA, 14 agosto – C’era un’accusa giudiziaria quella di turbativa d’asta e c’era un’accusa morale, quella di essere stato intercettato mentre gongolava per gli affari che la scossa di terremoto dello scorso anno gli avrebbe portato. Accusa che l’imprenditore di Bari Vito Giuseppe Giustino ha voluto subito smentire.
Da oggi l’imprenditore torna libero (era sottoposto agli arresti domiciliari) dopo essere stato coinvolto nell’inchiesta della Procura dell’Aquila su presunte mazzette in appalti pubblici gestiti dai Beni Culturali d’Abruzzo per la ricostruzione dopo il terremoto della scorsa estate nelle regioni del Centro Italia.
Il gip del Tribunale dell’Aquila ha revocato la misura cautelare sostituendola con quella del divieto di dimora nella città abruzzese.
Il giudice ha ritenuto attenuate le esigenze cautelari anche alla luce delle dimissioni di Giustino dal cda della cooperativa coinvolta nel presunto appalto truccato.
Giustino è infatti accusato di turbativa d’asta in relazione all’appalto vinto dalla cooperativa ‘L’Internazionale’, del quale era presidente del cda, per i lavori del teatro comunale dell’Aquila.
Nelle scorse settimane, interrogato per rogatoria a Bari, aveva inoltre già chiarito di non aver mai riso al telefono della tragedia del terremoto, come invece inizialmente ritenuto dai magistrati sulla base del contenuto di alcune intercettazioni.