Abruzzo, ad un anno dal terremoto oltre 5mila sfollati. La maggioranza nel teramano
TERAMO, 24 agosto – Quella del 24 agosto è una data che resterà scolpita per sempre nella mente degli italiani, segnando l’inizio di quel terremoto infinito che ha devastato il Centro Italia mettendo ancora una volta drammaticamente in luce la fragilità del territorio e del suo patrimonio edilizio. Ad un anno da quelle prime scosse i danni del sisma sono ancora particolarmente evidenti anche in Abruzzo, dove segni del terremoto si sono concentrati soprattutto in provincia di Teramo: qui in un anno sono stati superati i cinquemila sfollati, con 4.681 persone costrette ad abbandonare le proprie case solo nel comune capoluogo.
A fotografare il quadro dei danni di quella sequenza di scosse senza fine, che iniziata il 24 agosto di un anno fa è poi proseguita con le due scosse del 26 e 30 ottobre, quest’ultima di 6.5, e con quelle del 18 gennaio, tutte sopra i 5, tra Lazio e Abruzzo, seguite dalla slavina che ha investito l’Hotel Rigopiano con 29 morti, è il report del Cor Abruzzo aggiornato al 27 luglio 2017.
Dati che parlano di ben 9.421 sopralluoghi al 17 luglio 2017 effettuati con schede Aedes (agibilità e danni nell’emergenza sismica), di cui 6.935 hanno interessato la sola provincia di Teramo e 2065 la provincia dell’Aquila. Sopralluoghi che hanno portato a dichiarazioni di non agibilità, a diversi livelli, per 4.275 edifici (di cui il 48% relative ad edifici privati). Oltre 200 gli edifici pubblici non agibili, 197 le scuole. Anche in questo caso a fare la parte del leone è il teramano, con 150 scuole con diverse inagibilità di cui 26 con esito E o E/F. Danni ingenti anche per gli edifici di culto, con 367 unità che hanno subito danni a vari livelli.
Un patrimonio, quello pubblico e privato, che duramente colpito dal sisma del 24 agosto ha visto una crescita esponenziale dei danni dopo la scossa del 30 ottobre. A confermarlo anche i numeri relativi agli sfollati: se in Abruzzo le persone sfollate e assistite tra strutture alberghiere e autonoma sistemazione erano 411 al 1 ottobre 2016, il numero è salito a 3.921 al 31/12, fino ad arrivare a 5.488 al 17 luglio 2017.
Dati a cui andrebbero aggiunti quelli dei danni alle infrastrutture e alle attività agricole, e la paura per eventuali danni alla diga di Campotosto, sottoposta a diversi controlli ed anche parzialmente svuotata, in via precauzionale, dopo le scosse del 18 gennaio.
Tra i dati riportati nel report proprio quelli relativi all’agricoltura: ad oggi, in relazione agli interventi effettuati a favore del settore zootecnico ed in particolare per quanto concerne gli eventi sismici del 24 agosto e del 30 ottobre in Abruzzo sono stati consegnati 11 Mapre, moduli abitativi prefabbricati rurali, per un costo complessivo di circa 600mila euro. Diciassette le stalle ricostruite, con un ruolo importante che secondo l’assessore Dino Pepe lo ha avuto anche lo spirito di solidarietà tra Regioni. A dimostrarlo il fatto che la commissione nazionale per le politiche agricole composta degli assessori regionali all’agricoltura, tenutasi a fine luglio a Civitella del Tronto, ha assegnato l’erogazione di 46 milioni 669mila euro alla Regione Abruzzo per far fronte ai danni. Le risorse saranno erogate attraverso il Fondo di solidarietà per gli eventi sismici e nevosi che ha previsto il sostegno anche alle altre regioni colpite nel centro Italia.
“Questo contributo è frutto della solidarietà delle regioni italiane – ha spiegato l’assessore alle Politiche agricole Dino Pepe – ed ha rappresentato un segnale forte e profondo verso i territori colpiti dagli eventi calamitosi. Basti pensare che solo l’Abruzzo ha perso circa 150mila capi tra ovini, suini, bovini e polli e subito danni che ammontano, solo nel comparto agricolo, a circa 150 milioni di euro. A seguito degli eventi sismici e delle nevicate eccezionali di gennaio, la Regione e, nello specifico l’Assessorato alle Politiche agricole, si è attivata subito per aiutare le aziende agricole rimaste isolate a causa della neve o distrutte dal terremoto attraverso iniziative specifiche come l’allestimento di strutture mobili (stalle e magazzini) e anche attraverso l’erogazione di un contributo straordinario agli allevatori pari a 400 euro a bovino, 60 a ovino e 20 a suino”.