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Viviani non molla: “Il post su Facebook un pretesto. Vogliono spazzare via 40 anni di militanza”

Viviani non molla: “Il post su Facebook un pretesto. Vogliono spazzare via 40 anni di militanza”

ALBA ADRIATICA, 23 settembre – Gabriele Viviani non ci sta. Messo sulla graticola dal Pd (e dalla sinistra intera) per un post sugli immigrati pubblicato su Facebook, espulso dal partito e messo all’angolo, esce ora allo scoperto con un suo documento. In cui rivendica lunghi anni di militanza, contesta il provvedimento e, prendendo a prestito celebri parole di Berlinguer, contrattacca non solo sul piano politico, ma anche su quello morale.

Viviani fa appello innanzitutto alla sua storia personale:

“La mia militanza all’interno della sinistra italiana e teramana inizia nel 1974. Per tanti anni ho aderito ad un progetto seguendone tutte le evoluzioni fino a sostenere con forza e contribuire alla nascita del Partito Democratico. Oggi mi trovo di fronte a chi vorrebbe spazzare via 43 anni di dedizione prendendo a pretesto un post sui social sul fenomeno migratorio che, pur essendo certamente sarcastico, non reputo offensivo nei confronti di nessuno. Dico subito che contro il provvedimento di espulsione della Commissione di garanzia regionale proporrò ricorso e provvederò a tutelare le mie ragioni davanti agli organi deputati del Partito e se del caso in altre sedi. Per la prima volta in vita mia ho dovuto rivolgermi ad un legale”.

Secondo Viviani il provvedimento assunto nei suoi confronti ha contorni squisitamente correntizi, è uno dei passaggi che contraddistinguono lo scontro interno al partito:

“Reputo la mia espulsione un fatto politico che poco ha a che vedere con le posizioni sul tema dell’immigrazione, – scrive – che come è noto sono molto variegate all’interno del Partito Democratico, ma che invece sono state occasione e pretesto per alcuni di cogliere la palla al balzo per cercare di indebolire il Pd teramano e l’area che ne esprime la leadership. Dimostrazione ne è anche la scelta di affidare il circolo di Alba Adriatica all’assessore regionale Dino Pepe: oppositore di spicco di chi attualmente ha la maggioranza del partito e dunque soggetto non imparziale”.

Ma lui, Viviani, non ha alcuna intenzione di mollare, forte come dice di essere del sostegno di compagni di partito e, soprattutto, della vicinanza del segretario provinciale del Pd teramano, Gabriele Minosse:

“Sono convinto, con il Segretario Provinciale Gabriele Minosse, che questo attacco non sortirà l’esito desiderato anzi, immediata è arrivata la richiesta da parte degli uomini e delle donne con cui ho condiviso il mio percorso politico ad Alba Adriatica di non abbandonare il campo. Per questo il gruppo parteciperà al Congresso per le elezioni provinciali e successivamente, con rinnovato vigore, ci concentreremo sull’attività politica nel nostro Comune. La vicenda di cui sono stato, mio malgrado, protagonista mi ha dato la possibilità di confrontarmi con tanti cittadini sui temi dell’immigrazione e della sicurezza fino a convincermi che saranno senza dubbio punti programmatici fondamentali e dirimenti nella prossima campagna elettorale che affronteremo ad Alba Adriatica”.

Per la stoccata finale sceglie dunque uno dei padri della sinistra:

“Voglio concludere facendo mio un bellissimo pensiero espresso da Enrico Berlinguer in una trasmissione televisiva: ‘Da questo punto di vista non mi è accaduto, e questa la considero la più grande fortuna della mia vita, di seguire quella famosa legge per la quale si è rivoluzionari a 18, 20 anni e poi si diventa via via liberali, conservatori e reazionari. Io conservo i miei ideali di allora’”.

Una cosa è sicura, la vicenda è tutt’altro che conclusa e peserà non poco all’interno del Pd.

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