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Canzano, truffa del terremoto: cambia il reato e il processo si sposta davanti al collegio

Canzano, truffa del terremoto: cambia il reato e il processo si sposta davanti al collegio

TERAMO, 8 novembre – Colpo di scena, questa mattina, nel processo per la presunta truffa del terremoto a Canzano. Nel giorno in cui era attesa la sentenza, infatti, il giudice Franco Tetto ha invece emesso un’ordinanza con la quale ha riqualificato il reato di truffa in quello di indebita percezione di erogazioni a danno dello stato, rinviando il procedimento davanti al tribunale collegiale competente per il tipo di reato e fissando la relativa udienza al 1 dicembre.  Non è escluso, in ogni caso, che se in quell’occasione gli avvocati dovessero dare il consenso all’utilizzo degli atti e delle prove acquisite, si possa andare già a sentenza.

Un’ordinanza, quella emessa dal giudice, che ha chiamato in causa le varie ordinanze emesse nel tempo in relazione alle modalità di erogazione dei contributi post sisma, rilevando che le fattispecie contestate agli imputati devono essere ricomprese in un reato diverso da quello contestato nel capo di imputazione della Procura.

A processo, per presunte irregolarità nella percezioni dei contributi post terremoto a Canzano, ci sono 11 persone tra legali rappresentanti, amministratori, direttori dei lavori e procuratori di società appaltatrici o sub appaltatrici e professionisti, ai quali vario titolo ed in base alle diverse posizioni la Procura ha contestato reati che vanno dalla  truffa alla tentata truffa  (riqualificata oggi dal giudice nell’indebita percezione di erogazioni a danno dello stato) fino, in alcuni casi, al falso: Rossella Marini, amministratore della Building’s Rose srl, Alfredo Bizarri, procuratore della medesima azienda, Diego Zinnarello, titolare dell’omonima ditta esecutrice dei lavori, Fabio Fabbri,  Daut Faba, titolare dell’omonima ditta,  Rosita Estela Di Donato, amministratrice di una ditta, Mauro Marani, professionista che aveva redatto alcune perizie asseverate, Giorgio Di Domenico, Piergiorgio Di Carlo, professionisti, e Giovanni Di Teodoro, imprenditore, e Gabriele Suffiaturo.

Sotto accusa una presunta strumentalizzazione della normativa sui danni del terremoto del 2009 nei comuni fuori cratere, con i riflettori puntati su alcune perizie asseverate che avrebbero attestato falsamente il nesso di causalità tra le lesioni e il sisma e su alcune certificazioni prodotte dalle imprese che avevano effettuato i lavori di ristrutturazione su abitazioni realmente danneggiate dal terremoto. In alcuni casi, infatti, secondo la Procura, nel computo metrico le imprese finite sotto accusa avrebbero dichiarato lavori superiori a quelli realmente realizzati, incassando così tutta una serie di somme non dovute.

Accuse che nella precedente udienza avevano visto il pm Stefano Govagnoni chiedere condanne per quasi 8 anni complessivi  a carico di 5 degli 11 imputati. Per gli altri sei era stata invece chiesta l’assoluzione ‘per non aver commesso il fatto’ o ‘perché il fatto non sussiste’. In particolare le richieste di assoluzione avevamo interessato quasi tutti i casi di truffa consumata, mentre le condanne erano state chieste per la maggior parte dei casi di tentata truffa e per diversi casi di falso.

 

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