Slitta l’esperimento Sox, ritardo nella consegna del rivelatore: “Difficoltà a garantire standard”
L’AQUILA, 12 dicembre – L’esperimento Sox, al centro di aspre polemiche relative alla sicurezza legata all’uso del combustibile radioattivo che alimenta il rivelatore, slitta per un ritardo nella consegna del rivelatore. Lo fa sapere l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn).
Nei giorni scorsi si sono incontrati a Mosca rappresentanti della collaborazione Sox (Short distance Oscillations with boreXino), Commissariato francese per l’energia atomica (Cea) proprietario della sorgente, l’Infn e l’associazione russa che produce il materiale nucleare, Pa Mayak. Durante l’incontro è emerso che i produttori della sorgente (Pa Mayak) stanno incontrando delle difficoltà tecniche a garantire gli standard scientifici richiesti. Attualmente la sorgente non è in grado di produrre il numero di antineutrini necessari ed e’ stata dichiarata inidonea ai fini scientifici dell’esperimento. Al momento si sta lavorando per valutare una soluzione a queste difficoltà tecniche.
“Ciò comporterà, inevitabilmente – si legge in una nota dei laboratori del Gran Sasso – un ritardo rispetto alla programmazione dell’esperimento”.
Per ora non è possibile quantificare il ritardo ed è ancora in corso a Mosca la riunione.
Obiettivo dell’esperimento è verificare o meno l’esistenza delle particelle chiamate ‘neutrini sterili’, la cui scoperta potrebbe aprire una nuova pagina della fisica. Per questo è necessario avere il rivelatore di antineutrini, prodotti dal decadimento della sostanza radioattiva Cerio 144. Questa sarà sigillata in una doppia capsula di acciaio, a sua volta schermata da uno scudo di tungsteno di oltre 2,4 tonnellate e dello spessore di 19 centimetri per impedire ai raggi gamma, prodotti con i neutrini, di disperdersi all’esterno.