Rigopiano, la difesa di Giovani: “Su carta valanghe il problema è stata l’esiguità delle risorse”
PESCARA, 19 dicembre – Nell’ambito degli interrogatori sul disastro dell’Hotel Rigopiano questa mattina, in Procura, è arrivato anche Carlo Giovani, all’epoca dei fatti a capo del servizio prevenzione rischi di protezione civile della Regione ed indagato nel filone che chiama in causa dirigenti e funzionari dell’Ente, indagati per omicidio colposo e lesioni plurime colpose, in concorso tra loro, con l’accusa di avere omesso atti che – secondo la Procura di Pescara – avrebbero evitato il crollo colposo del resort di Rigopiano, e in particolare per la mancata realizzazione della Carta di localizzazione per il pericolo delle valanghe.
Accompagnato dal suo avvocato, Vincenzo Di Girolamo, Giovani questa mattina è salito al quinto piano della Procura di Pescara dove ha incontrato per pochi minuti il procuratore Massimiliano Serpi e il Pm Andrea Papalia, consegnando una memoria difensiva senza rispondere alle domande dei magistrati
“Rispetto alla realizzazione della Carta di localizzazione per pericolo valanghe, i problemi sono stati le risorse limitate e il fatto che si opto’ per parcellizzare la mappa, così come stabilito dal Comitato regionale neve e valanghe (Co.re.ne.va), secondo il quale bisognava procedere per distretti – ha detto l’avvocato Di Girolamo – Alla memoria sono allegate e-mail, comunicazioni interne, determine e delibere, che dimostrano l’impegno di Giovani per la realizzazione della Carta di localizzazione per pericolo valanghe”.
In questi istanti è sottoposto agli interrogatori Sabatino Belmaggio, responsabile del rischio valanghe della Regione fino al 2016. Dopo di lui sarà la volta di Pierluigi Caputi, direttore dei Lavori pubblici fino al 2014.
Nel pomeriggio, invece, erano in programma gli interrogatori di Vittorio Di Biase, direttore Dipartimento opere pubbliche della Regione fino al 2015 e di Emidio Rocco Primavera, attuale direttore dello stesso Dipartimento, ma il primo si limiterà a presentare una memoria difensiva, mentro il secondo – tramite il suo legale – ha presentato istanza di rinvio del l’interrogatorio.