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Depurazione in Abruzzo, Forum H20: “Sono dati da disastro ambientale”

Depurazione in Abruzzo, Forum H20: “Sono dati da disastro ambientale”

PESCARA, 16 gennaio –  Nel 2016 la percentuale dei controlli sugli impianti di depurazione regionale  (relativi agli agglomerati urbani superiori ai 2mila abitanti equivalenti) che hanno registrato almeno un superamento dei limiti normativi ha registrato una media regionale del 26,82%. La provincia in cui i controlli con superamenti dei limiti sono stati più frequenti è stata quella di Chieti, con quasi il 40% dei controlli risultati non conformi, seguita da quella di Pescara con oltre il 30% di controlli non conformi. La provincia di Teramo, invece, ha raggiuto quasi l’80% dei controlli con esito positivo. E’ quanto emerge dal report sui controlli pubblicati dall’Arta, i cui dati sono stati commentati negativamente dalle varie associazioni ambientaliste che in una nota parlando di “dati da disastro ambientale” .

A puntare il dito contro lo stato degli impianti di depurazione regionale sono Forum H2O, Nuovo Senso Civico e Stazione Ornitologica Abruzzese, che sottolineano come nonostante in Abruzzo, teoricamente, venga trattata la quasi totalità del carico complessivo degli scarichi, questi ultimi non ricevano un trattamento efficace.

“Nel 2016 sono stati svolti 578 controlli, di cui quasi la metà (244) nella provincia di Teramo, che hanno riguardato il 73% dei 207 impianti censiti, pari al 96,5% del refluo – sottolineano, dati alla mano, le associazioni – Complessivamente il 27% dei controlli ha rilevato superamenti dei limiti tabellari (Aquila 24%; Chieti 40%, Pescara: 30%, Teramo:21%). Poiché alcuni impianti sono stati controllati più volte, il dato clamoroso è quello relativo agli impianti che hanno avuto almeno un superamento, ben il 63%. I parametri più critici sono risultati l’Escherichia coli, il Bod5 e l’azoto ammoniacale”.

Dati sostanzialmente sovrapponibili a quelli del primo semestre del 2017, con il 27% dei 318 controlli (di cui 151 a Teramo) con superamenti dei limiti (Aquila:37%; Chieti:31%; Pescara:39%, Teramo:17%). In totale è stato controllato il 68% degli impianti (140 su su 207) pari all’86% del refluo generato dagli abruzzesi.

“Rispetto a questi dati vogliamo esprimere alcune osservazioni. Se è pur vero che la stragrande parte del carico di reflui viene monitorata, una parte troppo consistente, circa 1/4, dei 207 impianti, non viene controllata, con lo sforzo concentrato sui depuratori più grandi. Inoltre nella provincia di Teramo si concentrano metà dei controlli e, di conseguenza, molti degli impianti del resto della regione ricevono spesso una sola verifica l’anno – continuano le associazioni – In una situazione come l’Abruzzo, con valori ambientali e paesaggistici diffusi, ci riferiamo ai siti di interesse comunitario, e con iniziative turistiche capillari sul territorio, basti pensare agli agriturismo, anche un piccolo impianto malfunzionante può arrecare molti danni, ad esempio alle aree protette. Tra l’altro probabilmente la percentuale di non conformità salirebbe proprio perché sono impianti controllati molto di rado, neanche una volta l’anno “.

 

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