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Presunta truffa con le azioni Tercas, un imprenditore: “Pensavo fosse un prodotto sicuro”

Presunta truffa con le azioni Tercas, un imprenditore: “Pensavo fosse un prodotto sicuro”

TERAMO, 22 gennaio – Il leitmotiv delle testimonianze è sempre lo stesso: “non sapevo di acquistare azioni”.  Un leitmotiv che accompagna tutte, o quasi, le dichiarazioni dei diversi testi dell’accusa che continuano a sfilare in aula nel processo per la presunta truffa con le azioni Tercas. Processo che vede davanti ai giudici oltre all’ex dg Antonio Di Matteo, all’ex responsabile pro-tempore dell’area finanza della Tercas e all’allora responsabile pro-tempore dell’area commerciale, altre 25 persone tra dirigenti, direttori di filiali e semplici impiegati, tutti accusati di truffa in concorso.

Anche oggi, nell’udienza in corso davanti al giudice Flavio Conciatori, hanno continuato a sfilare i numerosi testi citati dall’accusa, tra i quali il legale rappresentante di due società edili che all’epoca avevano un conto corrente aperto presso la filiale di Roseto.

L’uomo ha raccontato che con una delle due società era stata effettuata un’analoga operazione andata a buon fine l’anno precedente, e che quella del 2011 di fatto non era che una riproposizione della medesima operazione.

“Nel 2010 c’era stato proposto l’investimento di una quota che ci sarebbe stata restituita dopo sei messi con un taso di interesse prestabilito – ha dichiarato –  Nel 2011 c’è stata proposta un’operazione simile. per noi era semplicemente un pronto contro termine per cento. Nel contratto c’era una dicitura, ma io non avevo capito si trattasse di azioni”.

Il teste ha poi aggiunto come nel contratto sottoscritto fossero  state aggiunte delle postille a mano, da parte dei responsabili della filiale con i quali aveva parlato, in cui veniva segnata la scadenza al 2 luglio e un tasso di interesse riconosciuto del 3 per cento.  L’uomo ha poi dichiarato di aver avuto contezza che quelle sottoscritte fossero azioni solo alla scadenza, quando non sono state rimborsate, e ha smentito di aver mai dichiarato un’alta propensione al rischio.

 

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