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Elezioni 2018, polemica ortonese su D’Alessandro candidato. Botta e risposta con Marchegiano

Elezioni 2018, polemica ortonese su D’Alessandro candidato. Botta e risposta con Marchegiano

ORTONA, 30 gennaio – La candidatura di Camillo D’Alessandro, uomo di fiducia di D’Alfonso che più di fiducia non si può, sta provocando numerosi mal di pancia nella base elettorale del centrosinistra. I fautori del rinnovamento, nonostante la giovane età del consigliere regionale dem, lo percepiscono come emblema della “vecchia politica”. E’ un po’ l’alter ego del ras di Forza Italia Fabrizio Di Stefano. Entrambi dettano legge nella provincia di Chieti e in particolare nei comprensori di Ortona e Lanciano. Entrambi incarnano vecchi modi di coltivare il consenso e concepire la politica. L’unica differenza è che uno dei due, Di Stefano, è stato escluso dalle liste, mentre l’altro, D’Alessandro, è blindatissimo in corsa per la Camera. Giorgio Marchegiano, ex dem e giovane candidato a sindaco di Ortona, è uscito allo scoperto e ha esternato i suoi malumori. Immediata la replica di D’Alessandro, al quale – poco dopo – fa eco la sua ex segretaria storica, Cristiana Canosa, candidata dal Pd al Senato.

Marchegiano, 29 anni, negli anni passati è stato vicesegretario del Pd di Ortona e ha fatto parte della direzione nazionale dei Giovani democratici. Successivamente è uscito dal partito e ha dato vita ad una coalizione civica, orientata a sinistra, con la quale ha raggiunto il ballottaggio alle ultime elezioni amministrative di Ortona. E’ stato sconfitto da Leo Castiglione. Il Pd, in quell’occasione, sosteneva la candidatura dell’ammiraglio Rinaldo Veri, salito agli onori della cronaca in questi giorni per la gaffe legata alla candidatura poi ritirata con il M5s. Una candidatura, quella di Veri, voluta con forza proprio da D’Alessandro e culminata con un deludente terzo posto e l’esclusione dal ballottaggio.

Anche alla luce di quanto accaduto alle ultime amministrative, Giorgio Marchegiano, sul proprio profilo Facebook, ha lanciato un duro affondo che, pur senza mai nominarli, chiama in causa sia Camillo D’Alessandro che Cristiana Canosa:

“Nei mesi che precedettero le elezioni comunali di Ortona ci furono continue ed estenuanti pressioni affinché ritirassi la mia candidatura a sindaco e convergessi su quella di Rinaldo Veri. Alcuni esperti di politica provarono a spiegare al nostro gruppo che la mia candidatura avrebbe ostacolato la vittoria di un esempio di rettitudine, coerenza e fermezza. Se solo avessimo voluto, avremmo potuto accettare le più svariate promesse di incarichi e future candidature, ma alla fine, senza alcun tentennamento, decidemmo di proseguire il nostro cammino. Quella scelta, che oggi è chiaro a tutti fosse quella giusta, ci costò molto cara perché è storia nota che al secondo turno gran parte degli architetti della coalizione di Veri decise, legittimamente, di voltarci le spalle. I principali, almeno due, sono ad un passo dal diventare parlamentari: l’augurio, per il bene dell’Abruzzo, è che questa nuova veste accresca il loro patrimonio di lucidità e lungimiranza. Chiusa questa parentesi, continuiamo a guardare avanti. Buon futuro a tutti!”.

A stretto giro arriva, sempre su Facebook, la lunga replica di D’Alessandro:

“Caro Giorgio, il tuo post, forse frutto della lucidità persa a seguito delle candidature, è completamente falso. Ora basta. Tu sei stato invitato a candidarti sindaco da noi, alla presenza di testimoni nella stanza dell’assessore alla Sanità Silvio Paolucci, alla presenza del segretario regionale del Pd, come una delle ipotesi su cui puntare. In tempi non sospetti, qualche mese prima della tua abilitazione alla attività professionale, tanto è vero che concordasti la necessità di aspettare l’esame di Stato. A te non è mai stato chiesto di fare un passo indietro, ma la candidatura di Veri è arrivata solo dopo il tuo rifiuto, salvo che prima ci avevi detto di sì, con i testimoni in quella stanza. Dopodiché, rispettando il tuo percorso, ti abbiamo proposto le primarie tra te e Veri, che aveva accettato, ma hai deciso di non farle. Io personalmente ti ho sempre chiesto, a te, che sei stato tesserato del PD fino all’anno prima e vice segretario del PD di Gianluca Coletti, di essere il nuovo leader di un nuovo centrosinistra e di un nuovo PD.  Hai preso le tue decisioni che rispetto, ma tu sei stato sempre quello che si riuniva con Castiglione e, come sostiene lui, gli hai offerto la poltrona di vice sindaco. In ogni caso, anche se non fosse vero, rimane il punto che ti riunivi con lui. Poi hai perso, meglio di noi, noi peggio di te, ma purtroppo hai perso . Se vuoi racconto i tuoi incontri con gli esponenti del PD regionali e non solo, del tuo desiderio di candidarti alle regionali nello schieramento del centrosinistra, tra l’altro a me fa piacere . Se a 41 anni sono stato candidato capolista al Parlamento dopo due elezioni alla Provincia e tre in Regione forse ciò ti dovrebbe indurre a chiederti il perché. Io non lascio quando le cose vanno male, non divento altro dopo essere stato altro, mi faccio carico delle responsabilità anche quando non sono le mie. Tu da vice segretario del Pd di Ortona potevi portare la battaglia dentro, da dirigente della Sinistra giovanile potevi rappresentare l’alternativa. Hai scelto di fare un percorso civico ed al di là della sconfitta finale l’esperienza che hai fatto è stata e rimane straordinaria. Il punto è questo, un po’ più di umiltà, ma sopratutto di verità , anche perché tutto si è consumato davanti a testimoni. Io credevo che tu scrivessi che per il bene di Ortona, nonostante le incomprensioni, la città ha la possibilità di eleggere uno o due parlamentari, cosa mai accaduta nella nostra storia. Ma non lo hai fatto. Io il voto te lo chiedo pubblicamente, non per me, ma per garantire ad Ortona di esserci in Parlamento ed ha una sola possibilità per farlo. Oppure Ortona, per una spocchiosa invidia deve perdere questa occasione ? Infine, mi spieghi la differenza tra Veri e chi stava nel PD, dirigente del PD, e poi si è candidato sindaco civico altrove ? Sempre una questione di coerenza è. Buon lavoro”.

Marchegiano non resta a guardare e torna ad attaccare, nello spazio riservato ai commenti al post di D’Alessandro:

“Caro Camillo, ammiro la tua tenacia. Una Città intera, adesso un Paese intero, è a conoscenza degli errori compiuti ed ora va a finire che la colpa è mia. Confermo, come ho sempre fatto, di aver ricevuto da voi un anno prima del voto l’invito ad essere il candidato Sindaco. Come tutti sanno, non ho mai accettato ma al contrario ho preso tempo perché volevo confrontarmi col mio gruppo e possono confermarlo proprio i testimoni di cui tanto parli. La rottura definitiva e la separazione delle strade avvenne prima della mia candidatura quando non accolsi l’invito di indicare come eventuale Vice Sindaco una persona a te molto vicina. A quel punto, legittimamente, decideste di investire tutto su Rinaldo Veri, cercando per mesi di convincerci che quella sarebbe stata una candidatura invincibile e che bene avremmo fatto ad allinearci. Infine, se come affermi sono una persona abituata a dire falsità e a non essere affidabile, non si capisce perché mi chiedi pubblicamente di sostenerti e qualche giorno fa mi hai invitato, e gentilmente ho rifiutato, come relatore ad un convegno che stai organizzando ad Ortona. Sul resto preferisco sorvolare per non sottrarre tempo alla difficile e dall’esito incerto campagna elettorale che ti aspetta”.

Il candidato del Pd alla Camera, però, non molla:

“Giorgio, mantieni la tua lucidità . Hai scritto due cose diverse e contrarie . Nel tuo post hai scritto che ti abbiamo chiesto di fare un passo indietro, ora ammetti che addirittura un anno prima ti abbiamo chiesto la candidatura. Mettiti d’accordo.
Vedi, ti invito e continuo ad invitarti perché non mi arrendo alla tua deriva furba, ma credo che tu possa essere punto di riferimento oltre la tua granitica molleggiante versione dei fatti. Mai hai posto il problema del vice sindaco, quindi è l’ennesima arrampicata sugli specchi. Vedi, ti invito alle iniziative, che hai declinato perché i tempi non sono maturi e te lo avrebbe detto il gruppo, così come ti chiedo il voto perché sono trasparente, non nascondo nulla, non coltivo doppie verità. Per esempio al ballottaggio ci hai chiesto di votarti, ma senza dirlo, noi lo volevamo fare pubblicamente senza posti in cambio, solo per il bene della Città. Ho le prove anche di questo. Ci hai detto che un nostro appoggio ti avrebbe addirittura danneggiati e che dovevamo votarti ma senza farlo sapere. Io non sono così. Tu sei un personaggio pubblico, civico, io ti chiedo il voto pubblicamente e tu dovresti dire per chi voterai o farai votare, visto che come tutti sanno, vuoi candidarti tra pochi mesi alla Regione con il centrosinistra. O il Pd ed il centrosinistra vanno bene se ti devi candidare tu, mentre non vanno bene se sono gli altri ad essere candidati? Vedi, ci sono forze politiche, come LeU, che dicono che avranno il tuo voto, che candidano uno del Molise ed una della Calabria. Ad Ortona puoi contribuire a garantire alla città un parlamentare oggi. Ed io aggiungo un consigliere regionale domani”.

Passano pochi minuti è spunta anche un post di Cristiana Canosa,  segretaria storica di D’Alessandro, ma anche factotum del Comune di Francavilla, esperta di comunicazione, consulente di Abruzzo sviluppo per l’Expo e soprattutto addetta stampa di Tommaso Coletti, ai tempi in cui era presidente della Provincia di Chieti. E’ diventata famosa, infatti, per l’incredibile gaffe compiuta con la pubblicazione di un depliant promozionale dei Centri per l’impiego, che conteneva la citazione “Il lavoro rende liberi”. Una scritta – tristemente nota – in quanto era apposta sul cancello di ingresso del lager di Auschwitz. In seguito Canosa è entrata nello staff del presidente della Regione, Luciano D’Alfonso, e D’Alessandro è riuscito a garantirle anche un posto di primo piano – subito dopo il governatore – al proporzionale per il Senato.

Ecco, dunque, il post di Canosa, accorsa provvidenzialmente in soccorso di D’Alessandro:

“IMPORTANTE! Tempo fa scrissi un POST A PUNTATE su ciò che era successo con Giorgio Marchegiano che, purtroppo, continua a credere sempre di essere il più furbo del mondo. La sua presunzione è grande quanto il suo rosicamento per avere perso solo e solamente per colpa sua. SONO PRONTA AD UN INCONTRO PUBBLICO per chiarire, ancora una volta, come sono andate le cose. CREDEVO IN LUI quale candidato Sindaco, più che in altri compreso me stessa, e l’ho manifestato a tutti. Avrei accettato volentieri di essere il suo vicesindaco o un suo assessore perchè il punto NON ERA la mia persona ma dare un’amministrazione valida a Ortona. Chiedevo solo di lavorare per le cose che so fare. In più incontri gli ho spiegato, con la chiarezza che mi contraddistingue, che io e lui avremmo vinto le elezioni. Lo prova il fatto che, in seguito, sarò la donna più votata. Lui mi ha chiesto di aspettare che facesse gli esami e noi lo abbiamo fatto. A chi mi diceva che mi avrebbe fregato io rispondevo che non sarebbe mai stato possibile. Lo abbiamo atteso mesi per poi sentirci dire CHE AVREBBE FATTO DIVERSAMENTE. Per me la parola ha un senso, per lui invece è politica. E cosi abbiamo dovuto ricominciare da capo e con pochissimo tempo a disposizione. I tristi avvenimenti di questi giorni ci provano che ora gli INAFFIDABILI SONO DUE. Nella vita si sbaglia e ammetterlo è indice di maturità. Il PD ha ammesso gli errori, li ha pagati con la sconfitta e ha aperto un CAPITOLO NUOVO con coraggio e umiltà facendo azioni che nessuno, Marchegiano per primo da vicesegretario del partito, ha avuto mai il coraggo di fare. I tradimenti sono delle persone e non di chi ha creduto in loro. Per me GLI IDEALI non sono un BRAND ma una religione laica. Nonostante tutto ciò, tramite Matteo Bonfante e Nadia Di Sipio, abbiamo cercato un dialogo, per seguire il suo dire, ossia ” DA SOLI NON ANDIAMO DA NESSUNA PARTE”. Ieri scrivevo che la vanità in politica è un peccato mortale. Non mi lascerò contagiare. Con i cittadini, da sempre”.

Pungente la replica di Marchegiano:

“Avresti accettato volentieri di essere il mio ViceSindaco o un mio Assessore ed eri pronta a sostenermi. Quando poi hai capito che non avresti trovato spazio nella mia squadra hai deciso di sostenere Veri, curandone la campagna elettorale e candidandoti in una lista civica. Quando Veri è rimasto fuori dai giochi, al ballottaggio hai deciso di sostenere Castiglione, per quindici anni in Consiglio comunale con il centro-destra. Ora sei nel Partito Democratico, candidata al Senato della Repubblica. In pratica hai cambiato quattro volte posizione nel giro di un anno. Se come dici ‘gli ideali sono una religione laica’, probabilmente non sei praticante”.

Canosa, infine, ribatte:

“Giorgio con me sei stato inaffidabile e mi dispiace moltissimo. Non ritengo che l’aspirazione a voler lavorare per Ortona era in contrasto con il bene della città. I consensi e il mio risaputo apporto al tanto, da te decantato, modello Francavilla erano e sono elementi qualificanti per una persona che aspira leggittimamente a ricoprire un ruolo in amministrazione. Pensavo che uno con la carriera di Veri fosse più affidabile di te, oltre ad essere il candidato ufficiale di centro sinistra. Non è stato cosi purtroppo. Tu non eri candidato con il centro sinistra ma risaputamente all’opposizione. Le opposizioni sono opposizioni, tutte uguali. Concludo ricordando a me stessa e a tutti che, a tuo dire, un accordo con il centro sinistra ti avrebbe fatto perdere di sicuro. Se avessi saputo che Veri era inaffidabile non lo avrei mai sostenuto. Di te lo sapevo già. Sempre disponibile a un incontro pubblico”.

 

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