Palazzo di Giustizia di Pescara, firmata la transazione. Ora potranno partire i lavori
PESCARA, 1 marzo 2018 – Doveva essere il fiore all’occhiello della città di Pescara e della giustizia abruzzese, e invece, poco tempo dopo la sua inaugurazione, avvenuta nel 2004, sono iniziati a crollare calcinacci e lastre, sono comparse crepe sui muri, intere zone sono state transennate e altre sono state invase dai piccioni. Il Palazzo di Giustizia di Pescara, per quasi 15 anni, ha vissuto una fase di stallo che ne ha accentuato il progressivo deterioramento. Questa mattina, con la firma dell’atto di transazione, si è finalmente compiuto un passo decisivo verso l’auspicata risoluzione dei problemi.
L’intesa, relativa al componimento del contenzioso in corso da oltre un decennio, è stata siglata tra l’Amministrazione Comunale, il concessionario Consorzio Sapro e l’impresa esecutrice dei lavori ATI Astaldi Spa (capogruppo mandataria), Matarrese Spa, Salini Costruzioni Spa e Toto Spa (mandanti).
Il sindaco Marco Alessandrini ha affermato:
“La transazione comporterà un risparmio di 2.602.012 milioni di euro per le finanze comunali. Al vantaggio per l’ente, ci sarà anche l’accollo da parte del Consorzio Sapro ed ATI Astaldi dei lavori di rifacimento dei rivestimenti esterni del Palazzo di Giustizia. Questa per me è una operazione che ha la stessa importanza del Ponte Flaiano. Noi chiudiamo oggi un contenzioso che dura da 15 anni e restituiamo dignità ad una struttura, come il Tribunale di Pescara, che è resa invalidata da oltre un decennio visto che esiste da sempre un problema relativo alle lastre che rischiano di cadere per un fenomeno di incurvatura tecnicamente noto come bedding. Oggi definiamo questa vicenda transattivamente con un accordo complessivo che fa risparmiare, rispetto a 15 anni di cause, 2,6 milioni di euro al Comune di Pescara. Contestualmente avremo la sostituzione di 24mila metri quadri di lastre che dal marmo saranno in gres porcellanato di identica finitura estetica, ma senza il problema del distacco e poi avremo anche il collaudo dell’opera, perché ricordo che il Tribunale di Pescara non ha collaudo. Complessivamente il Comune di Pescara sosterrà un esborso nel triennio di 7,6 milioni di euro, che ci riserviamo di azionare e di richiedere poi indietro al Ministero della Giustizia, unitamente ai crediti che questo Comune continua a vantare per le pregresse stagioni per il Tribunale, che ricordo dal settembre del 2015 è tornato in capo al Ministero della Giustizia”.
Il presidente della Regione, Luciano D’Alfonso, ha osservato:
“Questa è una delle più grandi opere a rilevanza urbana pensata, progettata e finanziata. Ieri e oggi, abbiamo messo in esercizio la Cittadella della Giustizia nonostante l’assenza del collaudo, permettendo di esercitare e coltivare il diritto stesso alla Giustizia. Quello che è stato fatto oggi ha la densità della moralità, perché le opere pubbliche iniziate vanno completate, le opere pubbliche completate vanno messe in esercizio e le opere pubbliche completate vanno sottoposte a manutenzione, altrimenti c’è immoralità e per questo ho apprezzato come la pubblica amministrazione Comunale non sia stata goliardica, per il solo fatto di non aver abbandonato la questione nel tomo delle carte impolverate”.