Giulianova, omicidio Rapposelli: l’auto dell’ex marito ripresa il 12 ottobre a Tolentino
ANCONA, 6 marzo – Tra gli indizi cardine che hanno portato all’arresto di Simone e Giuseppe Santoleri, figlio ed ex marito della pittrice teatina Renata Rapposelli, scomparsa il 9 ottobre scorso a Giulianova e ritrovata cadavere sul greto del fiume Chienti a Tolentino, ci sono le riprese delle telecamere presenti lungo la strada che porta la luogo dove è stato abbandonato il cadavere.E’ quanto emerso nel corso della conferenza stampa convocata questa mattina dalla Procura di Ancona, che ha chiesto ed ottenuto l’arresto dei due uomini, indagati per omicidio volontario ed occultamento di cadavere.
Perché proprio quelle telecamere avrebbero ripreso per ben due volte, la mattina del 12 ottobre, la Fiat Seicento di Giuseppe Santoleri, con bagagliaio carico di cartoni e senza cappelliera posteriore, muoversi in direzione di Tolentino, dove è stato rinvenuto il corpo senza vita della donna: i fotogrammi in mano agli inquirenti sarebbero quelli dell’auto che sta affrontando una una rotatoria a Porto Sant’Elpidio (e dove si vedrebbe chiaramente la targa), e quella dell’auto a Morrovalle, in provincia di Macerata, mentre percorre la statale Tolentino.
Un indizio chiave per gli inquirenti, con la Procura che ipotizza che la donna sia stata uccisa a Giulianova proprio il giorno della sua scomparsa, il 9 ottobre, forse stordita o soffocata, e poi trasportata in auto nel luogo dove è stato rinvenuto il cadavere,
L’omicidio, per gli inquirenti, si sarebbe consumato tra le 17 e l’una di notte, al termine di una discussione furente tra la donna, che pretendeva arretrati di 3mila euro per il mantenimento, il figlio e l’ex marito.
Tra le testimonianze acquisite agli atti, oltre a quella della farmacista di Tortoreto, che avrebbe servito un farmaco da banco alla donna proprio quel pomeriggio, anche quella di un’altra persona che avrebbe sentito alle 16.30 di quello stesso giorno, Simone Santoleri inveire contro la mamma: “Dopo tanti anni sei venuta a riprendere mio padre”, gli avrebbe urlato.
Ma non solo. Perché a rafforzare l’ipotesi accusatoria, secondo gli inquirenti, ci sarebbe anche il fatto che, prima che venisse ritrovato il corpo della madre, Simone Santoleri, avrebbe scaricato da internet la sentenza della Cassazione sul caso di Roberta Ragusa, la 44enne di San Giuliano Terme scomparsa da casa tra il 13 e il 14 gennaio 2012. Un caso che potrebbe avere analogie con quello della pittrice.
Secondo quanto ipotizzato questa mattina in conferenza stampa dal Procuratore reggente di Ancona Irene Bilotta, padre e figlio dopo aver ucciso la donna ed averne avvolto il cadavere nel cellophane, lo avrebbero coperto con dei cartoni e portato a Tolentino con la Fiat Seicento di Giuseppe Santoleri, cercando poi di buttarlo in acqua ma senza riuscirvi a causa della particolare morfologia dell’argine.
Indizi quelli raccolti dagli inquirenti, che hanno portato il gip ad accogliere la richiesta di arresti nei confronti dei due uomini ravvisando urgenti esigenze cautelari. Esigenze che sarebbero legate ad un presunto pericolo di inquinamento probatorio.
Dopo l’arresto, per questioni di competenza territoriale, il fascicolo passerà a Teramo. Fascicolo che, secondo il pm di Ancona Andrea Laurino, sarà trasmesso ai colleghi nella giornata di domani. Intanto è stato fissato per la giornata di giovedì l’interrogatorio di garanzia dei due indagati. Interrogatorio che si svolgerà in carcere a Castrogno, davanti al gip Roberto Veneziano, con legali dei due uomini che hanno già annunciato la volontà di impugnare il provvedimento al riesame.
Questa mattina, intanto, gli stessi legali di Giuseppe e Simone Santoleri, gli avvocati Gianluca Reitano, Gianluca Carradori e Alessandro Angelozzi, hanno incontrato in carcere i loro assistititi trovandoli abbastanza tranquilli.
“In questi mesi li avevamo preparati a questa eventualità – hanno sottolineato gli avvocati Gianluca Reitano e Gianluca Carradori – trattandosi di un’indagine per omicidio. Sono abbastanza tranquilli, per quanto si possa esserlo in una situazione del genere”.
Per Giuseppe Santoleri, in ogni caso, i legali starebbero valutando la richiesta di un suo trasferimento in una struttura sanitaria:
“Per il padre, non essendo le sue condizioni di salute compatibili con il carcere – ha detto Carradori – vedremo di chiedere il trasferimento in una struttura come quella di Villa San Giuseppe, dove è stato ad Ascoli”.