Nigeriane picchiate e costrette a prostituirsi: condannati gli aguzzini
CHIETI, 9 aprile – Picchiate, costrette a prostituirsi, trattate in maniera disumana: si chiude con quattro condanne e tre assoluzioni la vicenda delle giovani nigeriane trasportate in Italia e segregate in un’abitazione di Montesilvano, poi gettate sulla strada dai loro aguzzini.
Condanne superiori a quelle richieste dal pubblico ministero nei confronti di quattro cittadini nigeriani accusati di riduzione in schiavitù di loro connazionali e di averle portate illegalmente in Italia al fine di destinarle alla prostituzione o comunque allo sfruttamento sessuale o lavorativo.
La Corte, presieduta da Geremia Spiniello, giudice a latere Isabella Maria Allieri, ha inflitto 14 anni a Eric Osawemwenze (50 anni), Kelly Iyekekpolor (35 anni) e Augustine Efe Ogbonmwan (50 anni), e 13 anni di carcere a Happy Nowe Odia (36 anni), oltre al pagamento delle spese processuali e di mantenimento in carcere e all’interdizione perpetua dai pubblici uffici.
Assolti per non aver commesso il fatto Steffina Owaeghianye (41 anni), Jiuliet Osawemwenze (30 anni) e Maro Opiah Ogbonmwan (35 anni). Il pm David Mancini aveva chiesto le quattro condanne, tutte a 12 anni di reclusione, e tre assoluzioni.
Le donne venivano anche minacciate di essere sottoposte a riti voodoo.