Sulmona, diffondono foto di minorenne nuda su telefonino. Condannati 11 ragazzi e loro genitori
SULMONA, 9 aprile – Undici minorenni, che avevano diffuso sui social network e sui cellulari una foto senza veli di una loro coetanea nella zona di Sulmona, sono stati condannati, insieme ai genitori, a risarcire la parte lesa in sede civile. E’ una sentenza, quella del tribunale civile di Sulmona, di segno opposto rispetto al proscioglimento decretato sul piano penale in fase di udienza preliminare. Una sentenza che crea un precedente importante, ritenendo responsabili i genitori per le colpe dei figli.
I fatti risalgono al 2013, quando una ragazza, all’epoca quattordicenne, denunciò di essere apparsa nuda su Facebook per alcune ore e poi sui telefonini di amici e conoscenti. Ben presto, quello che all’inizio sembrava un gioco indecente, è finito al centro di indagini giudiziarie condotte dai carabinieri di Sulmona, sollecitati dai genitori della ragazza. L’accusa fu quella di diffusione di materiale pedopornografico.
Nelle fasi iniziali dell’inchiesta, furono una trentina i ragazzi, quasi tutti minorenni, chiamati a deporre dai carabinieri. In seguito il cerchio si è stretto attorno ad undici ragazzi, considerati dall’accusa come gli autori materiali della diffusione delle foto osé. In sede di udienza preliminare, però, gli indagati sono stati tutti prosciolti.
Non è andata così, invece, in sede civile, con il giudice che, accogliendo parzialmente le richieste dei genitori della ragazza, che avevano avanzato una richiesta risarcimento di 650 mila euro, ha stabilito che i convenuti debbano versare, a vario titolo, una cifra complessiva di oltre 100 mila euro, per danno non patrimoniale.
Il giudice ha disposto che a pagare il risarcimento debbano essere i genitori degli allora minorenni perché:
“è in capo al genitore l’onere di provare e di dimostrare il corretto assolvimento dei propri obblighi educativi e di controllo sul figlio, solo in tal modo potendosi esonerare dalla condanna risarcitoria”.
Nella specie nulla è stato dimostrato. Anzi, sempre secondo la sentenza del giudice:
“i fatti esprimono, di per sé, una carenza educativa degli allora minorenni, dimostratisi in tal modo privi del necessario senso critico di una congrua capacità di discernimento e di orientamento consapevole delle proprie scelte nel rispetto e nella tutela altrui. Capacità che invece avrebbero già dovuto godere in relazione all’età posseduta. Tanto è vero che alcuni coetanei ricevuta la foto non l’hanno divulgata”.
Il giudice ha bacchettato anche i genitori della minorenne, in quanto non avrebbero vigilato sulla condotta imprudente della propria figlia.