Pescara
Stai leggendo
Pescara, processo Mare Monti: il supertestimone Cantagallo non si presenta

Pescara, processo Mare Monti: il supertestimone Cantagallo non si presenta

PESCARA, 10 aprile – Avrebbe dovuto essere ascoltato questa mattina, davanti al tribunale collegiale di Pescara, Giuseppe Cantagallo, il supertestimone del processo Mare-Monti, finito anche al centro di un’indagine per tentata estorsione. Invece ha inviato un certificato medico e non si è presentato in aula.

Il processo è frutto di un’inchiesta del 2008 sulla mancata realizzazione della variante di 12 chilometri nel comune di Penne: la cosiddetta Mare-Monti, appunto. Tra gli imputati, inizialmente, figuravano il presidente della Regione Abruzzo, Luciano D’Alfonso e gli imprenditori Carlo, Alfonso e Paolo Toto, insieme ad altre persone. Dopo che è scattata la prescrizione, però, sono rimasti in piedi soltanto gli illeciti amministrativi, che chiamano in causa le imprese gestite dal gruppo Toto e da Carlo Strassil.

I legali di D’Alfonso, in seguito alla sentenza del 24 aprile scorso, hanno presentato appello contro la prescrizione, con l’obiettivo di ottenere un giudizio di assoluzione nel merito. Sempre D’Alfonso ha denunciato un tentativo di estorsione, che si sarebbe consumato ai suoi danni, attraverso una e-mail inviatagli da Cantagallo il 16 novembre scorso. “Avendo ricevuto l’avviso di comparizione in Tribunale – è scritto nel testo – se tu vuoi che non venga penso che sia arrivato il momento che tu mi liquidi la somma di euro 130 mila sul conto che ti indico”. Per questa vicenda Cantagallo ha ricevuto un avviso di garanzia con l’accusa di tentata estorsione.

L’udienza di questa mattina si è aperta con il rigetto, da parte del presidente del tribunale collegiale Rossana Villani, della questione di legittimità costituzionale sollevata dai legali delle difese, che sulla base di varie argomentazioni di natura giuridica chiedevano l’estinzione del procedimento relativo all’accertamento degli illeciti amministrativi.

Sono stati ascoltati, dunque, i testimoni dell’accusa. Diversi gli assenti, tra i quali proprio Cantagallo. “Il presidente Ramadori mi disse che sul pc che mi era stato messo a disposizione c’erano cose strane – ha riferito l’ingegnere Vincenzo Consalvo, dipendente della Toto Spa dal 2005 al 2010, chiamando in causa il membro del Cda dell’azienda –. Mi chiese di liberarmi del pc ed io lo feci. Per me è stata una cosa sciocca, perchè ho perso molti dati – ha proseguito Consalvo -. Per lui c’erano cose strane, ma non per me”.

Davanti al giudice è comparso anche Raniero Fabrizi, all’epoca dirigente del Provveditorato alle opere pubbliche di Roma, il quale ha disconosciuto la propria firma su alcuni avvisi di fatture. L’ingegnere Paolo Cuccioletta, della società Archingroup e il geometra Aurelio Di Renzo, sono stati chiamati a riferire su vari passaggi relativi alle diverse fasi della progettazione e dei rilievi.

L’ingegnere Dino Centorame, al tempo responsabile delle adduttrici dell’Aca, ha invece parlato delle interferenze che si erano verificate nella costruzione della strada. Altri testimoni, già ascoltati precedentemente, sono stati chiamati a confermare le proprie dichiarazioni in seguito alla mutata composizione del collegio.

L’udienza è stata aggiornata al prossimo 24 settembre, quando saranno ascoltati gli ultimi cinque testimoni dell’accusa.

Mi sento...
Felice
100%
Orgoglioso
0%
Euforico
0%
Ok
0%
Triste
0%
Arrabbiato
0%