Teramo, D’Alberto va avanti per la sua strada. E il Pd cerca di uscire dall’impasse
TERAMO, 18 aprile – Mentre il Pd, tra riunioni frenetiche, cerca di uscire dall’impasse in cui l’ha regalato la decisione di Giovanni Cavallari di non partecipare alle primarie, il suo ex capogruppo in consiglio comunale e candidato sindaco di un’ampia coalizione civica Gianguido D’Alberto resta fermo sui propri passi, confermando la volontà di portare avanti un progetto nuovo e di ferma discontinuità con il passato.
“Prendo atto, con relativo stupore, dell’ultima decisione di Giovanni Cavallari di non partecipare alle primarie e, pur non comprendendone appieno le motivazioni, rispetto la sua scelta – scrive D’Alberto in una nota – La nostra apertura alle primarie, sulle quali tuttavia avevamo già manifestato numerose perplessità per quanto riguarda tempi e modalità, è il frutto di una decisione assunta nel responsabile confronto con la coalizione civica che ha trovato convergenza sulla mia candidatura, scaturita dalla volontà di ritrovare la più ampia adesione su un progetto, condiviso dalle forze civiche e democratiche di questa città, che potesse rappresentare l’antidoto migliore al pericolo di riconsegnare Teramo a quel sistema di potere che in questi anni ha costantemente anteposto i propri interessi a quelli primari dei cittadini”.
Nel rispondere a Cavallari D’Alberto conferma di essere ancora aperto alla possibilità di una sintesi, ma questo senza fare alcun passo indietro.
“Nel confermare il mio auspicio per il compimento di una sintesi non posso però fare altro che declinare l’invito di Giovanni a convergere sulla sua candidatura. Se lo facessi tradirei lo spirito che mi ha portato ad accettare questa sfida sulla base di un progetto concreto, frutto di oltre nove anni di ininterrotta attività amministrativa da parte di chi mai ha abbandonato, per questioni politiche, né il consiglio comunale né la sua città – continua D’Alberto – Un progetto che si vuole fondare su una discontinuità vera, credibile e non mascherata da quel civismo di facciata che viene utilizzato solo per dare copertura a liste elettorali al servizio di coloro che sono stati e sono rimasti fino alla fine protagonisti del fallimentare ‘modello Teramo’ “.
L’obiettivo, per D’Alberto, resta quello di riconquistare per Teramo il ruolo di capoluogo di provincia, “perso dopo anni di malgoverno” durante i quali la città sarebbe stata “consegnata ad un declino che è sotto gli occhi di tutti”.
“Adesso è arrivata l’ora di parlare di programmi. Il nostro ha preso forma e si sta arricchendo di contenuti grazie all’ascolto e alla partecipazione dei cittadini, che abbiamo sempre messo al centro della nostra azione politica. Un programma che ha come punto cardine il risanamento etico, culturale, sociale ed economico della città e il suo rilancio. Le nostre linee guida sono quelle di una rigenerazione urbana, penso ad esempio a via Longo e ai contratti di quartiere, di una progettualità volta a rigenerare il patrimonio scolastico e favorire la ripresa del commercio, di un ripensamento dei tanti contenitori vuoti del nucleo industriale e di un riscatto di quest’ultimo – conclude d’Alberto – Discorso a parte poi va dedicato alla cultura, al suo rilancio non solo attraverso progetti strategici, come il recupero del Teatro Romano, ma anche attraverso il confronto e il dialogo con le diverse associazioni culturali che lavorano sul territorio. Temi e progetti dei quali parleremo diffusamente nei prossimi giorni e sui quali speriamo si possa ancora trovare la più ampia convergenza di tutte quelle forze, politiche e civiche, che hanno a cuore il bene di questa città”.