Finiscono in ospedale dopo la cena etnica, blitz dei Nas nel ristorante: sporcizia e irregolarità
PESCARA, 4 maggio – Quattro persone finiscono in ospedale per una presunta intossicazione alimentare dopo la cena in un ristorante etnico. E’ accaduto in provincia di Chieti, nell’area metropolitana. Nel locale – di cui non sono stati resi noti nome e comune – sono intervenuti i Carabinieri del Nas di Pescara e il personale della Asl di Chieti che, accertate gravi carenze igienico sanitarie e documentali, stanno ora valutando l’adozione del provvedimento di sospensione dell’attività. Alcune decine di alimenti sono stati sequestrati.
In particolare, Nas e Asl hanno accertato gravi carenze igienico sanitarie e strutturali nei locali deputati alla preparazione dei pasti e sulle attrezzature e piani di lavoro, oltre a rilevanti carenze documentali in tema di autocontrollo aziendale e procedure di rintracciabilità degli alimenti.
Il ristoratore, inoltre, è stato sanzionato per non aver notificato all’autorità competente l’attività di produzione di prodotti ittici destinati ad essere consumati crudi, quali sushi e sashimi. Alcune decine di chilogrammi tra prodotti alimentari lavorati e materie prime ittiche, sottoposti a trattamento termico e detenute in assenza di informazioni sulla loro rintracciabilità, sono state vincolate e avviate alla distruzione.
Nei giorni scorsi i Nas hanno segnalato all’autorità sanitaria il responsabile di un altro ristorante etnico di Pescara, per aver omesso di notificare alla Asl la procedura di bonifica dei prodotti ittici destinati ad essere consumati crudi. Alcune decine di chili di prodotti lavorati in assenza di procedure codificate sono stati vincolati e avviati alla distruzione.
In provincia dell’Aquila, inoltre, i militari e il Dipartimento di Prevenzione della Asl hanno sospeso l’attività di un ristorante etnico i cui ambienti di lavorazione sono stati giudicati in pessime condizioni igienico sanitarie.
I controlli seguono le attività ispettive eseguite dai Carabinieri del Nas di Pescara nella settore del commercio e della ristorazione etnica che, nei mesi scorsi, ha portato alla chiusura di due imprese alimentari e al sequestro di oltre 380 chilogrammi di prodotti alimentari, di origine animale e vegetale, che per modalità di lavorazione, produzione e detenzione avrebbero potuto costituire un pericolo per la salute pubblica.