“Multopoli” a Roseto, in aula sfilano tutti i testi. Cava si sottopone all’esame dell’imputato
ROSETO, 13 giugno – Un processo lampo quello per falso ideologico che vede imputato l’ex comandante della polizia municipale di Roseto Tarcisio Cava e che questa mattina, nel corso della seconda udienza, ha visto salire sul banco dei testimoni tutti i testi di accusa e difesa, compreso lo stesso Cava che si è sottoposto all’esame dell’imputato.
Esame nel corso del quale, rispondendo alle domande del pm di udienza e del suo legale, l’ex comandante dei vigili ha difeso il suo operato, sostenendo di aver operato nel rispetto della normativa.
Cava è finito davanti ai giudici con l’accusa, come si legge nel capo di imputazione, di aver attestato “falsamente l’impossibilità di procedere alla contestazione immediata dell’infrazione, adducendo di essersi trovato ‘a bordo del proprio veicolo, nell’opposta direzione di marcia’, mentre invece risultava che il prevenuto, in violazione delle norme di prevenzione e sicurezza stradale, aveva parcheggiato il proprio veicolo nei pressi di intersezioni stradali regolate da impianto semaforico sincronizzato e si era limitato a rilevare le targhe delle autovetture che, asseritamente, commettevano violazioni al codice della strada”.
E questo, secondo la Procura, come si legge ancora nel capo di imputazione, “omettendo di procedere all’immediata contestazione, pur potendo procedere al fermo del veicolo che circolava con direzione di marcia opposta rispetto alla propria autovettura”, con i relativi verbali inviati solo successivamente a casa degli automobilisti interessati.
Sotto accusa decine e decine di verbali redatti tra ottobre e dicembre 2013 e relativi ad infrazioni rilevate al semaforo di piazza Ungheria e a quello lungo la statale 150, all’altezza di Campo a mare, molti dei quali annullati dal giudice di pace.