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Tentata induzione indebita: capo cantoniere Anas condannato a 2 anni e 4 mesi

Tentata induzione indebita: capo cantoniere Anas condannato a 2 anni e 4 mesi

TERAMO, 10 ottobre – E’ con l’assoluzione per due capi di imputazione e la condanna a 2 anni e 4 mesi per un terzo capo, con la riqualificazione del reato da concussione a tentata induzione indebita, che si è concluso questa sera il processo davanti al collegio (presidente Sergio Umbriano, a latere Lorenzo Prudenzano ed Enrico Pompei) che vedeva imputato Giovanni Di Luca, il 58enne capo cantoniere dell’Anas che lo scorso anno finì ai domiciliari, poi revocati, con l’accusa di concussione nell’ambito di un’indagine della Procura di Teramo. Il pm Luca Sciarretta, al termine della requisitoria, aveva chiesto la condanna per tutti e tre i capi di imputazione a complessivi 4 anni e 8 mesi.

Di Luca, difeso dagli avvocati Giannicola Scarciolla e Stefano Franchi, era stato arrestato lo scorso anno al termine di un’indagine svolta dalla Guardia di Finanza di Nereto e coordinata dalla Procura di Teramo, nella quale gli venivano contestati tre episodi di concussione di cui si sarebbe reso responsabile l’uomo, referente dell’Anas per il territorio della provincia di Teramo e con compiti di vigilanza anche sulla strada statale 16.

Il funzionario, in particolare, secondo l’accusa, avrebbe costretto tre imprenditori teramani a pagare, in più soluzioni, somme di danaro non dovute, dietro la minaccia che, in caso contrario, il procedimento amministrativo al quale gli imprenditori erano interessati non avrebbe avuto esito positivo. Procedimenti relativi a permessi per piccoli lavori sulla statale 16, quali l’apertura di un varco di un strada privata sulla statale 16 e l’installazione di due cartelloni pubblicitari.

L’indagine era partita nel 2016, sulla base della denuncia di un imprenditore.  A rafforzare le accuse, secondo la Procura, le dichiarazioni di altre due imprenditori e di alcune persone informate dei fatti, la documentazione acquisita e l’attività di intercettazione che, in un caso, avrebbe permesso di registrare in diretta uno dei presunti passaggi di danaro dalle mani dell’imprenditore a quelle del funzionario.

Accuse che però oggi sono cadute in aula, con l’uomo assolto dai primi due capi e condannato per il terzo ma con la riqualificazione del reato in tentata induzione indebita.

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