Sorgenti di Canistro, la Santa Croce cita in giudizio tre dirigenti della Regione Abruzzo
L’AQUILA, 23 ottobre – Citati in giudizio presso il tribunale di Pescara, dalla società Santa Croce, i tre funzionari della Regione Abruzzo, Iris Flacco, dirigente del Servizio Risorse del Territorio e Attività Estrattive della Regione Abruzzo, Giovanni Cantone, responsabile dell’Ufficio attività estrattive liquide e gassose, e Domenico Longhi, dirigente del Servizio valutazioni ambientali. Ai tre viene richiesto un risarcimento danni complessivo di 900 mila euro, avendo posto in essere “una vastissima serie di atti, verifiche, controlli, diffide, ispezioni, ripetitivi defatiganti e vessatori, volti ad impedire e ostacolare di fatto, e in ogni modo, l’utilizzo della sorgente di acqua minerale Fiuggino di Canistro”, di cui la Santa Croce ha regolare concessione.
Nelle denunce si prefigurano i reati di falso, calunnia, diffamazione e omissione di atti d’ufficio. A renderlo noto è la società dell’imprenditore molisano Camillo Colella, a lungo concessionaria, fino alla revoca da parte della Regione Abruzzo, impugnata dalla società, delle sorgenti Sant’Antonio Sponga di Canistro. Sorgenti messe poi nuovamente a bando dalla Regione nel dicembre 2016, che dopo oltre due anni non sono state date ancora in concessione, con la preziosa acqua che continua a disperdersi nel fiume Liri: l’aggiudicataria provvisoria, il gruppo Norda, infatti ha deciso di rinunciare, essendo entrata in rotta di collisione con la stessa Regione, alla quale ha chiesto il risarcimento danni, e con il Comune di Canistro.
Proprio a seguito della revoca della concessione della Sant’Antonio Sponga, la Santa Croce ha deciso di riattivare, nell’autunno 2016, lo sfruttamento della più piccola sorgente Fiuggino, ricominciando ad imbottigliare acqua minerale nel suo stabilimento di Canistro, nel febbraio di quest’anno, e ad assumere personale, dopo essere stata costretta a licenziare 75 addetti dopo la revoca della concessione Sant’Antonio Sponga. Si è però innescato anche in questo caso un durissimo contenzioso con la Regione Abruzzo, oltre che con il Comune di Canistro.