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Pescara, dissesto finanziario all’Aca: accusa deposita memoria di 70 pagine e gup dispone rinvio

Pescara, dissesto finanziario all’Aca: accusa deposita memoria di 70 pagine e gup dispone rinvio

PESCARA, 14 novembre – Nuovo slittamento, nel procedimento sul dissesto dell’Azienda acquedottistica abruzzese (Aca), per un buco da circa 120 milioni di euro, in corso davanti al gup del tribunale di Pescara. Questa mattina il procuratore aggiunto Anna Rita Mantini ha depositato una memoria di oltre 70 pagine, che ha indotto il giudice Gianluca Sarandrea a disporre il rinvio, al prossimo 27 febbraio, in modo da concedere alle difese il tempo necessario ad esaminare i documenti.

Sono cinque gli imputati, accusati di bancarotta fraudolenta, patrimoniale e documentale, e di truffa: Ezio Di Cristoforo e Giuseppe Di Michele, rispettivamente ex presidente ed ex vice presidente dell’Aca, entrambi in carica dal 2009 al 2013; Bartolomeo Di Giovanni e Canndeloro Forestieri, il primo direttore generale dell’Aca dal 1999 al 2012 e il secondo con lo stesso incarico dal 2012 al 2014; Concetta Di Luzio, componente del cda dell’azienda dal 2010 al 2013.

Di Michele, tramite il suo legale, ha chiesto di patteggiare una pena di due anni e quattro mesi, mentre Di Cristoforo, Di Luzio e Candeloro hanno chiesto il rito abbreviato. Di Giovanni, infine, sarà giudicato con il rito ordinario.

L’ipotesi dell’accusa è che gli imputati, allo scopo di “recare pregiudizio ai creditori e di procurare a sé o agli altri un ingiusto profitto”, avrebbero falsificato bilanci e scritture riguardanti gli esercizi 2009, 2010, 2011 e 2012. Secondo il pm, i cinque avrebbero omesso “fraudolentemente di iscrivere consistenti componenti negativi di reddito, ovvero indicavano maggiori proventi straordinari rappresentando in tal modo falsamente utili di esercizio in realtà inesistenti”.

Inoltre avrebbero falsificato “il libro delle assemblee dei soci e segnatamente il verbale numero 2 sottoscritto alla data del 21 maggio 2010, iscrivendo falsamente e simulando l’intervenuta approvazione di un regolamento di indennità di risultato degli amministratori, in realtà inesistente e mai deliberato”. Sempre secondo l’accusa, avrebbero distratto a proprio vantaggio e dissipato le liquidità dell’Aca “destinandole a finalità diverse da quelle aziendali”.

In particolare, avrebbero attribuito, a titolo di indennità di risultato, a vantaggio di Di Cristoforo, la somma di 246 mila euro. A Di Michele sarebbero stati attribuiti invece circa 104 mila euro e a Concetta Di Luzio 11 mila euro. Per quanto riguarda il rimborso spese relativo ai chilometri percorsi, la procura contesta a Di Crisotoforo 413 euro, a Di Michele quasi 31 mila euro e a Di Luzio 137 euro. Di Michele e Di Cristoforo sono anche accusati di aver distratto la somma di 55 mila euro apparentemente erogata per finalità istituzionali ma in realtà destinata “a fini meramente ludico- ricreativi”.

Nello specifico, si tratta di spese di ristorazione ed acquisto di carne. Sempre secondo l’accusa, tale gestione avrebbe provocato ed aggravato il disseto della società Aca , che avrebbe accumulato una passività di quasi 120 milioni di euro. Il pm contesta anche “una dissennata politica tariffaria” e “una gestione antieconomica e clientelare delle assunzioni”, “omettendo altresì di attuare un’efficace ed efficiente azione di riscossione e recupero dei crediti derivati dall’erogazione del servizio idrico”, pari a 77 milioni. Infine, i bilanci non sarebbero stati recapitati ai responsabili dell’ente d’ambito.

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