Cepagatti, fa fallire due società: imprenditore arrestato per bancarotta
PESCARA, 23 maggio – Un imprenditore 55enne di Cepagatti è stato arrestato dalla Guardia di Finanza e posto ai domiciliari con l’accusa di bancarotta. L’uomo è accusato di essere a capo di un gruppo criminale che ha condotto al fallimento due società operanti nel settore del recupero dei rifiuti non pericolosi, dell’installazione di impianti elettrici e della meccanica di precisione, con varie sedi operative nel pescarese. Stamani le Fiamme gialle hanno dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip su richiesta della Procura , a conclusione di una complessa ed articolata attività investigativa, durata più di due anni, in materia di reati fallimentari.
Il quadro complessivo delle indagini ha evidenziato un preciso piano criminoso confermato anche dallo scientifico rapido susseguirsi delle sentenze dichiarative di fallimento delle società. L’uomo, in concorso con altri sei indagati, ha dapprima consapevolmente accumulato un ingente debito nei confronti dell’erario per oltre 2,5 milioni di euro, omettendo sistematicamente il versamento delle imposte, e poi ha veicolato le società di cui era a capo al fallimento, non prima di averle intestate a dei prestanome, attraverso cui ha continuato, di fatto, a gestirle.
Dalle indagini è anche emerso che il 55enne per cristallizzare l’ingiusto profitto accumulato con i fallimenti delle due società, non ha avuto scrupolo a piegare le giuste aspettative dei creditori e dei propri dipendenti, arrivando perfino a minacciarli per indurli a rinunciare ai loro diritti patrimoniali maturati per l’attività lavorativa svolta.
La ricostruzione investigativa ha fatto emergere che, attraverso simulate operazioni di cessione di beni, in parallelo con la reiterata sottrazione delle scritture contabili, le società fallite sono state spogliate delle principali attività patrimoniali (rami di azienda ed immobili) a danno dei creditori, con uno stato passivo complessivo di oltre 3 milioni di euro.