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Hotel Rigopiano, slitta riunione procedimenti: proprietà resort chiede 4,5 milioni a imputati

Hotel Rigopiano, slitta riunione procedimenti: proprietà resort chiede 4,5 milioni a imputati

PESCARA, 29 novembre – Rinviata al 13 dicembre la decisone sulla riunione del procedimento sul presunto depistaggio relativo al disastro dell’Hotel Rigopiano di Farindola con il processo principale.

Questa mattina il gup del tribunale di Pescara, Gianluca Sarandrea, su richiesta dei difensori degli imputati, ha concesso i termini per verificare il contenuto delle richieste di costituzione di parte civile nel procedimento bis.

In apertura di udienza ha preso la parola il procuratore capo, Massimiliano Serpi, il quale ha ribadito la contrarietà dell’accusa alla riunione dei due procedimenti, “la cui sommatoria – ha osservato in aula – comporterebbe tempi più lunghi per entrambi i processi, considerando che nel procedimento madre si sono già costituite più di 100 parti offese”.

Nel corso dell’udienza sul procedimento bis gli avvocati di diverse parti offese hanno chiesto la citazione in giudizio, in qualità di responsabili civili, della Presidenza del Consiglio, del ministero dell’Interno, del ministero dell’Economia e della Regione Abruzzo.

Il procedimento bis conta sette imputati accusati di frode in processo penale e depistaggio: l’ex prefetto di Pescara, Francesco Provolo, i due viceprefetti distaccati Salvatore Angieri e Sergio Mazzia; i dirigenti Ida De Cesaris, Giancarlo Verzella, Giulia Pontrandolfo e Daniela Acquaviva. Provolo e De Cesaris sono imputati anche nell’inchiesta madre.

Subito dopo si è tenuta l’udienza del procedimento madre, che per ora viaggia in parallelo. Nel corso dell’udienza di questa mattina ha presentato richiesta di costituzione di parte civile, tramite l’avvocato Wolfgang Burchia, la società A-Real Estate, proprietaria del resort travolto della valanga, poi affidato in leasing alla Gran Sasso Resort. La A-Real Estate si è costituita contro tutti gli imputati, chiedendo un maxi risarcimento di 4,5 milioni di euro, con una provvisionale di 2,5 milioni.

Sempre nel corso dell’udienza di oggi l’avvocato Romolo Reboa, che assiste i familiari di diverse vittime e del superstite Matrone, ha depositato un’istanza per chiedere il sequestro preventivo dei beni a carico dei 24 imputati, ai quali si aggiunge la società Gran Sasso Resort Spa. Il giudice Gianluca Sarandrea ha aggiornato l’udienza al 13 dicembre, per consentire alle difese di esaminare i contenuti delle richieste.

“Oggi non abbiamo visto l’Avvocatura dello Stato presente, siamo molto sorpresi e ci stiamo chiediamo a che gioco stanno giocando al ministero e negli uffici del Governo”. Così l’avvocato Massimo Reboa, che insieme al padre Romolo e ad un nutrito pool di avvocati assiste i familiari di alcune vittime del disastro dell’Hotel Rigopiano di Farindola, a margine dell’udienza preliminare che si è tenuta questa mattina nel tribunale di Pescara.

“Abbiamo inviato un lettera privata al ministro e poi l’abbiamo resa pubblica, nella speranza che il ministero si costituisse parte civile nel processo sul depistaggio – ricorda l’avvocato -. Inizialmente avevamo ricevuto un riscontro positivo dagli uffici del ministro, che aveva concordato con il premier Conte la costituzione di parte civile, ma oggi non si è visto nessuno”.

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