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Coronavirus, Coldiretti: 500 pescherecci a rischio per chiusura ristoranti

Coronavirus, Coldiretti: 500 pescherecci a rischio per chiusura ristoranti

PESCARA, 28 aprile – Con oltre la metà del pescato in Italia (55%) che viene consumato fuori casa e la chiusura prolungata dei ristoranti è allarme per la flotta abruzzese. A dirlo è Coldiretti Abruzzo, che evidenzia come lo stop forzato alla ristorazione fino alla vigilia dell’estate rappresenti un duro colpo per il settore ittico. Una questione  che coinvolge anche la chiusura, a cascata, delle pescherie e dei mercati ittici all’ingrosso e alla produzione, e che interessa in Abruzzo circa 500 pescherecci tra piccola pesca, strascico, circuizione e draghe idrauliche.

Ad aggravare la paralisi del settore, secondo Coldiretti,  sono anche  i limiti agli spostamenti che avrebbero causato anche il crollo della domanda di pesce fresco per consumo casalingo. Con la nuova tendenza a fare la spesa ogni 2-3 giorni, per evitare di doversi recare spesso al supermercato,  i consumatori si sarebbero infatti orientati verso conservati e surgelati.

“La possibilità di vendita a domicilio e dell’asporto – sostiene  Coldiretti – è un’importante opportunità anche se non sufficiente ad aiutare il settore soprattutto alla luce del crack turistico. In queste condizioni è necessario sostenere un settore sul quale pesa già un forte dipendenza dall’estero, da dove viene l’80% del pesce consumato in Italia anche per la mancanza dell’obbligo dell’indicazione di origine sui piatti consumati al ristorante che consente di spacciare per nostrani prodotti provenienti dall’estero che hanno meno garanzie rispetto a quello made in Italy”.

Per Coldiretti, infine, “la chiusura forzata di bar, trattorie, ristoranti, pizzerie e agriturismi ha un effetto a valanga sull’agroalimentare regionale ed, oltre al pesce, ad essere colpiti sono anche vino, birra, carne, frutta e verdura ma anche salumi e formaggi di alta qualità che trovano nel consumo fuori casa un importante mercato di sbocco”.

 

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