Pescara, al Pronto soccorso è caos per i tamponi. La Asl avverte: “Rischio contagio mentre si è in fila”
PESCARA, 26 ottobre – Lunghe file, caos e di fatto impossibilità di mantenere il necessario distanziamento anticontagio.
L’acuirsi dell’emergenza Covid ha causato oggi non pochi problemi nell’area dedicata alla rilevazione dei tamponi al Pronto Soccorso dell’ospedale di Pescara.
Sono tanti i pazienti che lamentano mancanza di chiarezza su tempi e procedure di chiamata, ed è evidente che il personale presente, poco e che lavora in condizioni critiche, ha difficoltà ad affrontare la situazione.
Il direttore sanitario facente funzioni della Asl di Pescara, Antonio Caponetti, commenta:
“C’è il rischio di contagiarsi mentre si fa la fila per i tamponi. C’è chi non rispetta l’orario dell’appuntamento e arriva in anticipo e, soprattutto, non viene rispettato il distanziamento sociale, pur essendo tutti consapevoli di quanto sia importante mantenere le distanze. Il personale è impegnato a fare i tamponi e non può gestire le file, anche perché tutti ormai conoscono le misure di sicurezza. Stiamo lavorando per spostare il servizio in questione in altre strutture, dove ci sono spazi più grandi, anche per evitare che così tanta gente arrivi in ospedale”.
Sui rischi e sulla mancanza di discrezione e assistenza interviene anche il consigliere regionale del Pd Antonio Blasioli, che chiede interventi per risolvere le criticità:”C’è il rischio di contagiarsi mentre si fa la fila per i tamponi. C’è chi non rispetta l’orario dell’appuntamento e arriva in anticipo e, soprattutto, non viene rispettato il distanziamento sociale, pur essendo tutti consapevoli di quanto sia importante mantenere le distanze”. Lo dice il direttore sanitario facente funzioni della Asl di Pescara, Antonio Caponetti, a proposito delle file e del caos che si sono registrati stamani in ospedale per l’esecuzione dei tamponi.
Le immagini dell’episodio – decine e decine le persone in coda e distanza ravvicinata – stanno facendo il giro dei social. “Il personale – dice ancora Caponetti – è impegnato a fare i tamponi e non può gestire le file, anche perché tutti ormai conoscono le misure di sicurezza. Stiamo lavorando per spostare il servizio in questione in altre strutture, dove ci sono spazi più grandi, anche per evitare che così tanta gente arrivi in ospedale”.
“Si tratta di un percorso sensibile, che per scelta dei vertici dell’azienda e della Regione viene fatto all’aperto, quindi in condizioni climatiche che non sono più favorevoli e che potrebbero essere peraltro pregiudizievoli anche a chi ha sintomi. C’è poi il problema della gestione della fila, che viene smaltita con difficoltà dal poco personale, oberato dalle priorità dell’emergenza e che viene effettuato per chiamata, spesso in situazioni di caos che generano ancora più confusione fra chi è in attesa, perché non sempre riesce a sentire. Senza considerare che in fila ci sono privati cittadini e scolaresche, tutti assieme”.