Fiumi di cocaina dal napoletano, al via maxi processo a Teramo
TERAMO, dicembre – Fiumi di cocaina che arrivavano dal napoleano, ed in particolare da Melito e Secondigliano, per poi essere spacciati nel teramano e nell’ascolano attraverso una serie di “gregari”. Un vasto traffico di cocaina che questa mattina ha portato a processo diciannove persone a Teramo, dove si è aperto il maxi processo per droga nato da un’indagine della Distrettuale di L’Aquila, di alcuni anni fa.
Processo che ha portato davanti al collegio (presidente Franco Tetto, a latere Lorenzo Prudenzano e Sergio Umbriano) 19 imputati di cui nove, all’epoca, furono destinatari di altrettante misure cautelari in carcere e con davanti ai giudici solo una parte delle persone all’epoca indagate molte della quali, compresi i capi dell’organizzazione, hanno definito separatamente le loro posizioni.
L’indagine che ha portato al processo di questa mattina, coordinata dal pm David Mancini, all’epoca fu denominata “Game Over” e nel 2014 portò a tredici arresti e allo smantellamento di un’organizzazione che secondo gli inquirenti movimentava un ingente traffico di cocaina.
A gestirlo, secondo l’accusa, un napoletano di 39 anni vicino al clan napoletano “Amato-Pagano” (e che ha già definito la propria posizione con separato procedimento), che nel 2012 si era stabilito prima a Martinsicuro e poi a San Benedetto del Tronto e che era a capo di un’organizzazione composta da persone residenti tra Martinsicuro, Colonnella, Monsampolo e Napoli. Organizzazione che distribuiva, sul territorio di Abruzzo e Marche ingenti quantitativi di cocaina proveniente dalle zone di Melito e Secondigliano nel Napoletano.
Dopo l’apertura il processo è stato rinviato a marzo 2017, con il pm che ha chiesto l’audizione dei propri testi dopo il deposito delle intercettazioni telefoniche