Gran Sasso Teramano, il Comune di Fano Adriano ricorre al Consiglio di Stato
TERAMO, 6 settembre – Ancora nubi sugli impianti di Prati di Tivo, la cui riapertura si allontana ancora una volta.
Il Comune di Fano Adriano ha infatti presentato appello al Consiglio di Stato, chiedendo oltre 500 mila euro di danni alla Gran Sasso Teramano e la sospensiva della prima sentenza del Tar che era stata favole alla società. Un atto che ha portato alle dimissioni del liquidatore della società Gabriele Di Natale, rassegnate “con animo franco perchè non ho più la serenità e nemmeno il tempo, la lucidità e la voglia di portare a termine il mio mandato”. Secondo Di Natale quello del Comune di Fano Adriano saeebbe infatti un “atto ostile, l’ennesimo, per ostacolare la vendita”.
Le dimissioni del liquidatore sono arrivate questa mattina nel corso dell’assemblea dei soci della società in liquidazione – erano presenti la Camera di Commercio, la Provincia, l’Asbuc di Intermesoli e di Pietracamela – chiamata ad esprimersi sull’atto di vendita della società alla ditta Finori. Vendita per per 1 milione e 650 mila euro e che si sarebbe dovuta formalizzare davanti al notaio in questi giorni.
“Se penso alle vicende che hanno preceduto il mio mandato e che hanno segnato anche questi due anni mi viene in mente Catone – ha detto Di Natale – ‘Homines nihil agendo discunt male agere’: l’uomo, non facendo niente, impara a fare il male”
Duro anche il presidente della Provincia Diego Di Bonaventura. “Accade quello che nessuno può immaginare – ha dichiarato – un territorio che agisce contro se stesso, si perde nelle faide senza valutare gli effetti che questi avranno sulle persone, sul tessuto sociale ed economico”.
A questo punto si allontana la riapertura degli impianti anche per la stagione invernale dopo la chiusura estiva per mancanza della concessione non deliberata dall’Asbuc di Pietracamela.
L’atto notarile per la vendita è stato infatti procrastinato almeno in attesa del pronunciamento del Consiglio di Stato sulla richiesta di sospensiva del Comune di Fano Adriano e l’assemblea, assistita dai legali e dai consulenti, ha ragionato su una clausola di salvaguardia che tuteli l’acquirente – la ditta Finori – rispetto alle rivendicazioni economiche del Comune considerate le perplessità di Finori, chiamato in assemblea, ad assumersi anche il rischio di un eventuale sospensione dell’attività o di una soccombenza sulle richieste economiche avanzate dal socio della Gran Sasso Teramano. “In alternativa – si legge nel comunicato della Provincia – si potrebbe pensare a stralciare la stazione di Prato Selva, oggetto del contendere”.
In ogni caso, ha specificato il presidente dell’Asbuc di Pietracamela, Paride Tudisco, la concessione dei terreni potrebbe passare per bando pubblico e non essere affidata automaticamente ad un nuovo proprietario.
“Il ricorso ha creato una vera e propria impasse, ha destabilizzato una situazione già complessa. Questo ultimo aggravio non ci voleva”, ha commentato la presidente della Camera di Commercio, Antonella Ballone, che si è riservata di tornare in consiglio di amministrazione per le azioni da intraprendere.
“Non c’è molto da dire – ha commentato ancora Di Natale – quando sono arrivato la società era in liquidazione ma agiva contra legem in continuità, aveva 3 bilanci non approvati e un debito di un milione. Prima abbiamo mesos in vendita i beni e sono andati deserti, poi siamo arrivati alla vendita della società- tutti passaggi approvati dall’Assemblea – ad una somma, 1 milione e 650 mila euro che copre tutti i debiti e ristora tutti i debitori: anche Fano Adriano e l’Asbuc. Il ricorso appare come una ritorsione che lede anche gli interessi del Comune perché la società non ha una lira e se anche fra qualche anno il Consiglio di Stato dovesse dargli ragione non si capisce con quali soldi potrà essere pagato. Un gesto illogico”.
“La Provincia, sotto la mia amministrazione è rientrata nel Cotuge, siamo qui come siamo li in veste di soci – ha chiosato il presidente Di Bonaventura – due stazioni turistiche a pochi chilometri di distanza fra loro. Eppure la differenza è siderale, a Monte Piselli accade tutto il contrario: la collaborazione è massima, grazie alle sinergie istituzionali a Monte Piselli è stata finanziata la cabinovia, che però parte e arriva da Ascoli. Che dire di più? Incontrerò presto la nuova amministrazione alla quale faccio i miei auguri, ne hanno davvero bisogno. Intanto anch’io valuterò insieme ai legali eventuali azioni di responsabilità”.