Rimborsopoli, chiesto il rinvio a giudizio per l’ex governatore Gianni Chiodi
ROMA, 28 settembre – Peculato e truffa aggravata. Il capitolo romano della Rimborsopoli regionale prosegue con una richiesta di rinvio a giudizio firmata nei confronti dell’ex governatore della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi, e di due assessori della sua consiliatura: Alfredo Castiglione, che ricopriva anche la carica di vicepresidente, e Paolo Gatti. Il capo di imputazione è riferito all’utilizzo improprio della carta di credito regionale, utilizzata per spese indebite di vitto e alloggio in occasione di missioni e trasferte nella Capitale. I fatti contestati dal procuratore aggiunto Paolo Ielo e dal pm Laura Condemi, risalgono al periodo che va dal 2009 al 2011. Il peculato è ipotizzato nei casi di utilizzo della carta di credito per fini non istituzionali (per esempio, per hotel a cinque stelle e ristoranti di pregio nel centro della Capitale) mentre la truffa aggravata è stata contestata in relazione al periodo iniziale della consiliatura quando Giunta e assessori anticipavano le spese e quindi i rimborsi erano a debito. Chiesta invece l’archiviazione per l’ipotesi di abuso. Per la Procura quello dell’utilizzo improprio della carta era un vero e proprio malcostume dilagante, riferito a più episodi. Un malcostume reso ancora più evidente dalle correzioni grossolane fatte a mano sulle schede di rimborso spese che venivano presentate agli uffici contabili competenti. In altri casi, conti di cene dall’importo significativo, cui avevano partecipato certamente altri ospiti, venivano attribuite a un solo commensale (per l’appunto il politico indagato). L’inchiesta era partita a Pescara e poi, per competenza, era finita in parte anche a Roma oltre che in altre procure.