Pescara
Stai leggendo
Processo Bussi, le difese rigettano ogni accusa. La sentenza slitta al 3 febbraio

Processo Bussi, le difese rigettano ogni accusa. La sentenza slitta al 3 febbraio

L’AQUILA, 25 gennaio – Hanno respinto ogni addebito e rigettato ogni accusa i difensori dei 18 imputati accusati di avvelenamento e disastro ambientale nell’ambito del processo sulla cosiddetta mega discarica dei veleni della Montedison a Bussi.

Oggi, in Corte d’Assise d’Appello all’Aquila, è stata la volta dei legali delle difese. L’avvocato Giovanni Paolo Accinni, che assiste l’ex amministratore delegato di Edison, Carlo Cogliati, ha contestato i dati forniti dai consulenti sul superamento delle soglie di contaminazione, chiarendo nella sua arringa che, per questa ragione, viene meno il principio di offensività alla base dei processi penali: in sostanza, a suo dire, non essendo stati violati i limiti, non è determinata una situazione di pericolo di avvelenamento. In riferimento al danno ambientale, il legale ha contestato il macroevento, cioè quello della mega discarica, motivo per il quale la condotta degli imputati non sarebbe rilevante dal punto di vista penalistico.

L’avvocato Riccardo Villata, che difende invece Camillo Di Paolo, responsabile della protezione e sicurezza ambientale dello stabilimento di Bussi, ha ripercorso l’intero quadro normativo sui rifiuti dagli anni Settanta ad oggi, spiegando che non si individua a carico di Edison alcuna violazione con riferimento alla gestione dei rifiuti e che anzi, con il decreto Ronchi, l’azienda è andata anche oltre il proprio dovere, in quanto si è autodenunciata, procedendo al piano di caratterizzazione dell’area. Per Villata non si può parlare di condotta omissiva se manca il precetto di riferimento.

Domani sono in programma le arringhe di altri difensori. Intanto oggi il presidente del collegio giudicante, Luigi Catelli, ha fissato l’ultima udienza al 3 febbraio prossimo, per recuperare i giorni perduti a causa del maltempo e della conseguente chiusura degli uffici. Per questo, dal 31 gennaio, la sentenza slitterà di tre giorni.

A questa fase del procedimento si è arrivati dopo il pronunciamento della Cassazione, che nel marzo scorso ha convertito in appello tutti i ricorsi presentati “per salutum” alla Suprema Corte.
In Corte d’Assise a Chieti, il 19 dicembre 2014, 19 imputati erano stati assolti dall’accusa di avere avvelenato le falde acquifere, mentre il reato di disastro ambientale fu derubricato in colposo e quindi prescritto.

L’indagine della procura di Pescara sulla mega discarica dei veleni prese il via nel 2007 con la scoperta da parte del Corpo Forestale dello Stato di circa 185 mila metri cubi di sostanze tossiche e pericolose in un’area di 4 ettari nei pressi del polo chimico di Bussi.

L’esito della sentenza di primo grado ha provocato alcune inchieste giornalistiche che hanno prodotto indagini da parte della procura di Campobasso nei confronti del giudice Camillo Romandini, presidente del Collegio in Assise, per presunte pressioni sui giudici popolari.
A seguito dell’indagine, il ministero della Giustizia ha aperto un provvedimento disciplinare nei confronti del giudice, mentre la procura della Corte di Cassazione sta riesaminando il caso.

Mi sento...
Felice
0%
Orgoglioso
0%
Euforico
0%
Ok
0%
Triste
0%
Arrabbiato
0%