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Abruzzo, cresce l’occupazione ma con tassi inferiori a quelli del Mezzogiorno. I dati di Confartigianato

Abruzzo, cresce l’occupazione ma con tassi inferiori a quelli del Mezzogiorno. I dati di Confartigianato

PESCARA, 24 marzo – Un 2016 in chiaroscuro quello che ha caratterizzato l’occupazione in Abruzzo. Occupazione salita dell’1,4% rispetto al 2015, con un dato leggermente superiore alla media nazionale (+1,3%) ma inferiore a quella del Mezzogiorno (+1,7%) . Dati che collocano l’Abruzzo in decima posizione nella classifica nazionale, guidata da Campania e Molise (+3,8%) e chiusa da Marche e Umbria (-0,8% e -1,5%).

E’ quanto emerge da un approfondimento che Confartigianato Abruzzo ha condotto su un’elaborazione dell’Ufficio studi della Confederazione nazionale, studio che analizza anche altri fattori tra i quali il tasso di occupazione e non solo quello di crescita. Ed in questo caso l’Abruzzo occupa al contrario la 14esima posizione, fermandosi al 42,1%.Dato più basso della media italiana (43,7%) ma più alto di quella del Mezzogiorno (33,9%).

Per quanto riguarda i numeri assoluti in Abruzzo, nel 2016, gli occupati erano 485mila e i disoccupati 67mila, con un tasso di disoccupazione pari al 12,1%, dato che, in calo dello 0,5% sul 2015, colloca la regione all’ottavo posto della graduatoria nazionale.

A livello territoriale, sempre secondo Confartigianato, la situazione peggiore  si registra in provincia di Pescara, dove il tasso di disoccupazione nel 2016 era al 13,8%, con 18mila disoccupati, 112mila occupati e un tasso di occupazione del 40,2%. Seguono il Chietino, con un tasso di disoccupazione dell’11,9% (20mila disoccupati, 146mila occupati, tasso di occupazione del 42,9%), l’Aquilano (disoccupazione 11,7%, 15mila disoccupati, 114mila occupati, occupazione 43.2%) e il Teramano (disoccupazione 11,1%, 14mila disoccupati, 114mila occupati, occupazione 42,1%).

“E’ fondamentale – commenta il direttore regionale di Confartigianato, Daniele Giangiulli – che la Regione Abruzzo proceda alla pubblicazione dei bandi sulle politiche attive del lavoro e formazione, sui quali siamo in ritardo. Tali strumenti possono rappresentare un elemento di supporto al trend occupazionale positivo. Altro tema è quello relativo alla tassazione: la Regione deve ridurre la fiscalità di svantaggio, per far sì che il territorio torni ad essere capace di attrarre nuovi investimenti”.

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