Aca: il Cda resta in sella, ma solo per l’ordinaria amministrazione
L’AQUILA, 21 marzo – Il Cda dell’Aca resta in carica, ma deve limitarsi a compiere gli atti che rientrano nell’ordinaria amministrazione. E’ questo, in soldoni, il senso della decisione assunta dal Tribunale delle Imprese dell’Aquila, che doveva pronunciarsi su un ricorso proposto da un gruppo di sindaci di centrodestra.
Nell’esposto veniva ipotizzata la non corretta applicazione della legge Madia secondo cui per l’azienda acquedottistica si sarebbe dovuto procedere alla nomina di un amministratore delegato e non di un consiglio di amministrazione composto da tre membri.
La decisione definitiva arriverà, più o meno, tra un mese, nell’attesa, però, non è stato ritenuto necessario sospendere l’organo amministrativo dalle funzioni, mentre ne è stato, tuttavia, limitato il ruolo. Le decisioni che esulano dalla ordinaria amministrazione dovranno, infatti, essere sottoposte alla valutazione dell’assemblea.
Gli esponenti guardano il bicchiere mezzo pieno:
“E’ del tutto evidente che la scelta politica scellerata dettata mesi orsono dal Pd e da alcuni suoi alleati a corrente alternata, costringe l’Aca alla paralisi ed ha una diretta responsabilità nei ritardi ormai cronici dell’avvio di fondamentali opere di depurazione o nella disastrosa gestione delle emergenze del gennaio scorso con centinaia di migliaia di utenti rimasti senz’acqua per giorni”.