Acerbo: “D’Alfonso bocciato dal voto, si dimetta o almeno si riduca lo stipendio”
PESCARA, 6 dicembre – Torna alla carica Maurizio Acerbo, della segreteria nazionale di Rifondazione Comunistra, tra i più attivi sul fronte del No al referendum costituzionale di domenica scorsa. Sulla scorta del risultato del voto, e alla luce della sovraesposizione del presidente della Regione, Acerbo chiede le dimissioni di D’Alfonso.
“Il governatore Luciano D’Alfonso si dimetta – attacca Acerbo -. Sappiamo, però, che non lo farà e allora lo invitiamo quanto meno a mantenere la parola data e a tagliarsi lo stipendio, come aveva promesso in campagna elettorale, quando si era impegnato a ridurre il suo stipendio e quello degli assessori al livello di quello del sindaco della città capoluogo di regione. Sono passati due anni e mezzo e sarebbe ora di procedere in quella direzione. Dopo tutto dicevano che era lo scopo del referendum. Non c’è bisogno di modificare la Costituzione per tagliare i privilegi”.
L’esponente di Rifondazione affonda il coltello nella piaga:
“E’ stata una debacle per il presidente di Regione, una vera e propria batosta, con i risultati del Sì ben al di sotto della media nazionale. Si tratta di una bocciatura per D’Alfonso che, insieme a De Luca, è stato uno dei presidenti che si sono scatenati nella campagna referendaria, con telefonate, sms, lettere e affissioni abusive. Invece tutto si è tradotto in un clamoroso No e questo è il segno che gli abruzzesi non si fanno prendere in giro da una casta che fa demagogia”.
Acerbo fa poi riferimento ad alcuni dichiarazioni rilasciate dal governatore a urne chiuse:
“Ha pronunciato parole offensive verso l’intelligenza dei cittadini, visto che afferma che i sostenitori del No non conoscevano il merito della riforma. Di certo tutti conoscevano lui e gli è bastato per votare no”.
bre –