TERAMO, 12 maggio – E’ un’indagine a tutto campo sul sistema Gran Sasso quella che sta portando avanti la Procura di Teramo, con il pool di magistrati coordinati dal Procuratore capo Antonio Guerriero che questa mattina ha avuto una riunione operativa con il maggiore del Noe dell’Aquila Antonio Spoletini per fare un primo punto della situazione nell’ambito del fascicolo che riunisce sia l’inchiesta aperta dopo lo sversamento della scorsa estate sia l’episodio dell’8 maggio sul quale si sta cercando di fare chiarezza.

E se sul contenuto della riunione vige il massimo riserbo, il Procuratore capo rassicura i cittadini sottolineando come la magistratura svolgerà tutti gli accertamenti necessari.

“Da parte della Procura c’è la massima attenzione – ha assicurato- perché sulla salute dei cittadini non si scherza”.

Dopo il primo fascicolo per un presunto inquinamento ambientale, aperto nei mesi scorsi dopo che a fine agosto era stato riscontrata, in alcuni campioni, la presenza di diclorometano, nei giorni scorsi la Procura aveva aperto una seconda inchiesta dopo la dichiarazione di non potabilità, per 32 comuni del Teramano, dell’acqua proveniente dall’invaso del Gran Sasso.

Un divieto durato appena 12 ore e giunto dopo che l’Arta  aveva rilevato la non conformità di odore e sapore nei campioni prelevati l’8 maggio. I successivi accertamenti, eseguiti sempre dell’Arta anche su quegli stessi campioni, hanno poi rilevato valori sempre nella norma.

Fascicolo che era stato poi riunito con il precedente in un’unica maxi inchiesta, al momento senza indagati, sull’intero sistema Gran Sasso.

Ed è presumibile che questa mattina, nel corso della riunione operativa in Procura, sia stato fatto il punto  anche sui risultati degli accertamenti disponibili fino ad oggi, in attesa che arrivino anche quelli sui campioni dell’8 maggio inviati dalla Asl di Teramo all’Università di Padova per ulteriori approfondimenti.