Alessandrini insulta i cittadini, nuova gaffe di un sindaco insofferente e sotto tutela
PESCARA, 12 gennaio – Sembra provare un’irresistibile attrazione per l’autolesionismo e per la dispersione del proprio consenso. Comunque la si voglia girare, non c’è modo di trovare spiegazioni alle parole pronunciate dal sindaco di Pescara Marco Alessandrini, che in un’intervista rilasciata ad un quotidiano locale ha apertamente insultato una parte della popolazione della città che amministra, definendo “miserabili” coloro che fanno “polemica politica sull’emergenza neve”, e “stronzi” quelli che fanno “polemica politica per altri motivi”.
Tutto nasce dalle centinaia di post dei cittadini, che hanno tempestato il profilo Facebook del Comune di Pescara con messaggi di protesta, dopo il pasticcio sulla chiusura delle scuole compiuto dall’amministrazione comunale nei giorni scorsi. Il 9 gennaio, infatti, nel pieno dell’emergenza neve, Alessandrini emana un’ordinanza di chiusura, in vista della mattinata successiva, per le sole scuole superiori presenti in città. Resteranno aperti, dunque, nidi, scuole dell’infanzia, scuole elementari e medie. Le previsioni meteorologiche, in realtà, annunciano altre nevicate a Pescara per il giorno dopo. Nevicate che puntualmente si verificano. Alle 7.42 del 10 gennaio, quando la maggior parte delle famiglie si è già organizzata per accompagnare i figli a scuola e il personale ha fatto salti mortali per raggiungere il luogo di lavoro, scatta il contrordine: ordinanza di chiusura per tutte le scuole cittadine, di ogni ordine e grado, senza alcuna distinzione.
Immediatamente genitori, insegnanti e semplici cittadini riversano il proprio disappunto su Facebook, riferendo dei disagi sperimentati e inveendo contro l’amministrazione comunale. In molti post compaiono accuse di inefficienza e incapacità. Qualcuno sbeffeggia il sindaco. In ogni caso, quando si compie un errore che poteva essere evitato e che ha oggettivamente creato disagi alla popolazione, normalmente si chiede scusa e si portano a casa le critiche. Ma anche qualora si ritenga di non avere commesso alcun errore, si rispettano le critiche ed eventualmente si controbatte nel merito.
Alessandrini, invece, come troppi politici di questa regione, dimostra di mal sopportare il dissenso. Ma che senso ha bollare come “miserabili” e “stronzi” i suoi detrattori ? Al di là delle ragioni di opportunità, di correttezza e anche di educazione, gli unici effetti che certe parole sono in grado di produrre sono la radicalizzazione del dissenso da parte dei suoi avversari, un senso di avversione nell’ampia fascia degli osservatori neutrali e anche un effetto boomerang tra i suoi sostenitori. Se il cui prodest appare dunque privo di risposta, è evidente che si tratta di una dichiarazione d’impulso, di uno sfogo, di un sintomo di nervosismo che lascia affiorare tutto il malessere del sindaco di Pescara.
Alessandrini, già da molto tempo, è un uomo solo. Un uomo solo che non è neanche al comando, perchè posto sotto tutela dall’ingombrante e onnipresente figura del governatorissimo D’Alfonso, che lo controlla tramite i suoi uomini di fiducia. A partire dal vice sindaco Del Vecchio. Davanti alla città, però, è Alessandrini a metterci la faccia: ce l’ha messa sulle nomine di alcuni impresentabili assessori, ce l’ha messa sul caso degli scrutatori a chiamata, ce l’ha messa su quel pasticciaccio brutto dell’ordinanza sul divieto di balneabilità e su tante altre gaffe e scivoloni di questa amministrazione. Il sindaco appare sempre più distaccato, impassibile e impermeabile alle critiche, ma la verità è che la sua insofferenza negli ultimi tempi ha raggiunto i livelli di guardia. Certe cadute di stile non gli appartengono e sono chiari sintomi del disagio.
“Mi ripugna veder strumentalizzare ogni cosa, a volte in spregio ai congiuntivi”, dice ancora Alessandrini nella sua intervista. A molti cittadini, invece, ripugna leggere dichiarazioni in spregio alle più elementari regole del rispetto e dell’educazione.