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Allevamento abusivo di cinghiali nell’Aquilano, gravi rischi per la salute umana

Allevamento abusivo di cinghiali nell’Aquilano, gravi rischi per la salute umana

L’AQUILA, 30 novembre – Allevavano cinghiali selvatici, senza alcuna certificazione e senza alcun controllo, neanche di tipo sanitario. Nemmeno per verificare se gli animali potessero essere portatori di malattie trasmissibili all’uomo, in caso di consumo delle carni. E’ quanto hanno scoperto i Carabinieri del Nas di Pescara in un comune della Valle del Salto, nell’Aquilano.

Tutto è partito da una segnalazione anonima giunta ai centralini dei Carabinieri del Nas, che parlava di un allevamento abusivo di cinghiali selvatici con conseguente commercializzazione delle carni. Considerato l’allarme sanitario altissimo, immediatamente sono scattati gli accertamenti.

Una volta giunti sul posto, gli uomini del Nas si sono trovati davanti un capannone con 27 suini e 8 cinghiali. In un locale attiguo, le carcasse di altri cinghiali, verosimilmente abbattuti durante la caccia. Subito è stato richiesto l’intervento dei veterinari della Asl. L’ipotesi è infatti che quei cinghiali, una volta macellati, sarebbero potuti finire sulle tavole degli aquilani.  E’ stata disposta l’immediata sospensione dell’attività, con il contestuale sequestro di tutti gli animali presenti: cinghiali e suini, sia vivi che carcasse.

Il proprietario dell’impianto non ha fornito alcuna evidenza circa la sottoposizione degli esemplari abbattuti all’esame trichinoscopico (la trichinosi è una zoonosi parassitaria causata da nematodi, presente soprattutto nei suini e nei cinghiali). Di concerto con l’autorità sanitaria, i Carabinieri del Nas hanno quindi proceduto al sequestro di tutti gli animali vivi e delle carcasse, scongiurando un’eventuale commercializzazione di carni potenzialmente pericolose per la salute umana.

Nel corso delle verifiche, i militari per la Tutela della salute hanno notato un ingente quantitativo di mangime ad uso zootecnico, non proporzionato con il numero di animali allevati. L’ispezione è stata quindi estesa a tutti gli ambienti ed alle altre strutture del compound, portando un’attività di produzione e commercializzazione di mangimi completamente abusiva. Materie prime non rintracciabili, ambienti fatiscenti, ragnatele ovunque, escrementi di roditori e volatili: di concerto con la Asl, i militari del Nas di Pescara hanno dunque emesso un provvedimento di immediata sospensione delle attività mangimistiche, il divieto di commercializzazione di diverse decine di tonnellate di mangime e il blocco di ogni attività di produzione.

Gli accertamenti sono tuttora in corso. Le sanzioni amministrative comminate al proprietario degli impianti ammonterebbero a circa 20mila euro.

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