Anno nero per l’olio d’oliva in Abruzzo, -45%: ecco come scegliere quale acquistare
PESCARA, 22 ottobre – L’andamento della campagna olivicola, quest’anno, in Abruzzo, registra un considerevole decremento della produzione dell’olio: -45% rispetto al 2015, pari a 6.600 tonnellate in meno. Ottomila tonnellate nel 2016, contro le circa 14.700 dello scorso anno. Il dato è stato elaborato da Coldiretti Abruzzo, che parla di “un brutto colpo in termini economici” per un comparto che conta 6 milioni di piante su circa 46mila ettari (la metà della superficie agricola arborea utilizzata), un totale di circa 60mila aziende, oltre 350 frantoi e tre Dop (Chieti, Pescara e Teramo).
Il decremento della produzione, secondo Coldiretti, “rimette al centro l’importanza di un prodotto dalle qualità organolettiche eccezionali, alimento principe della dieta mediterranea e simbolo della sana alimentazione”. L’associazione invita ad essere prudenti “a ciò che scegliamo e ad non lasciarsi influenzare dai prodotti a basso costo di dubbia provenienza che, soprattutto in un’annata di ‘magra’, invaderanno il mercato italiano”.
Le precauzioni da prendere prima di “scegliere un olio”, dice Coldiretti, sono almeno tre:
- guardare con più attenzione le etichette;
- acquistare extravergini a denominazione di origine Dop, che hanno qualità garantita e standard certificati;
- acquistare direttamente dai produttori organizzati in tutta la filiera che specificano in etichetta “olio extravergine” e “100% italiano”.
“In una annata come questa, caratterizzata da una riduzione di produzione tanto importante, la qualità dell’olio è stata comunque salvaguardata – spiega Coldiretti Abruzzo – le aziende specializzate hanno seguito le tecniche produttive consigliate programmando la raccolta in base ai giusti indici di maturazione. Va anche evidenziata però un’altra situazione. E cioè che negli ultimi anni la presenza sul mercato di prodotti a basso costo e di provenienza estera ha messo fuori gioco gran parte del prodotto locale in quanto gli agricoltori, non percependo una giusta remunerazione per il proprio olio, hanno spesso abbandonato parte delle superfici o ridotto al minimo la conduzione dei terreni olivetati. Realtà che, in questa annata particolarmente difficile, ha fatto emergere in diverse situazioni anche alcune criticità qualitative. E’ pertanto necessaria una riflessione profonda sulla realtà e sulle problematiche del settore olivicolo in Abruzzo e, in particolare, sul prezzo di un prodotto, l’olio extravergine che, seppur simbolo di salute e di genuinità, resta comunque un bene sottopagato. Basti pensare, giusto per far capire di cosa parliamo, che ogni persona consuma in media al giorno circa 40 grammi di olio pari ad un costo di 32 centesimi, un terzo del costo di un caffè”.