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Approvato il decreto post-terremoto, per l’Abruzzo la partita si gioca sull’area del cratere

Approvato il decreto post-terremoto, per l’Abruzzo la partita si gioca sull’area del cratere

PESCARA, 4 novembre – Dopo la fase dell’emergenza e della paura, è il momento degli interventi legislativi e delle misure per la ricostruzione. Questa mattina il Consiglio dei ministri ha approvato il nuovo decreto, salvo intese, con le misure per affrontare il post-terremoto. Il principale nodo da sciogliere riguarda la definizione dell’area del cratere, ovvero quanti altri Comuni entreranno nella lista per aggiungersi ai 62 già previsti dal precedente decreto legge. Una partita, quest’ultima, che riguarda da vicino l’Abruzzo e in particolare il comprensorio teramano, il più colpito dalle scosse del 30 ottobre scorso. Al riguardo, nel pomeriggio di oggi, si è svolto un incontro a Mosciano Sant’Angelo, tra il presidente della giunta regionale Luciano D’Alfonso, i presidenti delle quattro province e i sindaci dei comuni danneggiati.

“La prossima settimana verrà in Abruzzo il Commissario straordinario per la ricostruzione, Vasco Errani, a illustrare il decreto approvato oggi dal Governo – ha annunciato il presidente della Regione Abruzzo, Luciano D’Alfonso, a Mosciano Sant’Angelo -. “Voglio rendere certo che tutti verranno risarciti, previo accertamento del rapporto causa-effetto per i danni derivanti da sisma, e sarà aumentato il numero degli accertatori per velocizzare le verifiche. Inoltre verrà introdotto un nuovo tipo di scheda, denominata Fast, per accelerare i tempi di accertamento”.

E’ stata anche l’occasione per fornire precisazioni relative ai numeri: ad oggi sul territorio regionale sono 106 i Comuni che hanno fatto pervenire segnalazioni, 2.864 le persone assistite, circa 13.000 gli edifici danneggiati tra pubblici e privati.

COSA PREVEDE IL DECRETO DEL GOVERNO

Quanto alle emergenze più immediate affrontate del decreto, in cima c’è quella di garantire un’adeguata assistenza abitativa alle popolazioni colpite e per fronteggiarla si stabilisce che il Dipartimento della protezione civile possa, con procedure rapide e trasparenti, acquisire i container e, sulla base delle indicazioni dei Comuni, individuare le aree sulle quali installarli. Inoltre, per favorire il rientro negli edifici con danni lievi, che necessitino cioè soltanto di interventi di immediata riparazione, si prevede che i soggetti interessati possano procedere direttamente al ripristino dell’agibilità degli stabili, semplicemente sulla base della presentazione di un apposito progetto firmato da un professionista abilitato, in grado di documentare il nesso di causalità tra il sisma e lo stato della struttura, oltre alla stima del danno. Per quanto riguarda  la messa in sicurezza del patrimonio storico e artistico, i Comuni interessati potranno effettuare direttamente gli interventi indispensabili, dandone comunicazione al Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo. All’Anas, invece, il compito di intervenire con urgenza per la messa in sicurezza e il ripristino della viabilità delle infrastrutture che rientrano nelle sue competenze e di quelle degli enti locali devastati dai ripetuti sismi. Il decreto prevede inoltre misure urgenti per consentire la prosecuzione delle attività didattiche, dalle modalità di composizione delle classi a quelle di assegnazione del personale docente. Infine, per riuscire a gestire la mole di procedimenti che i Comuni si trovano a dover attivare, il decreto autorizza l’assunzione a tempo determinato di personale di tipo tecnico ed amministrativo fino ad un massimo di 350 unità. Previsto anche il rafforzamento della struttura della Protezione civile e di quella del Commissario straordinario alla ricostruzione.

 

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