Artigianato, crescono le imprese che lavorano nei servizi. I dati del Cresa
L’AQUILA, 28 maggio – Aumentano le esigenze di servizi, per la casa e per la persona, e pur nel momento di complessivo ristagno dovuto ancora alla crisi, alcuni settori dell’attività artigiana non solo riesvcono a “tenere”, ma, appunto, sono in crescita.
Lo dicono anche le elaborazioni che il Cresa ha svolto sui dati Unioncamere-Infocamere relativi a dicembre 2017.
Tra le imprese artgiane che risultano in crescita quelle che si occupano di pulizia degli edifici (+168 pari al +49,3%), di disinfestazioni (+20 corrispondenti al +76,9%) e di riparazione di computer (+29 cioè il +27,1%), le agenzie per il disbrigo delle pratiche (+22 cioè il +47,8%) e i giardinieri (+4 corrispondente al +1,9%), conformemente all’aumento riscontrato dal comparto dei servizi alle imprese del quale fanno parte.
Nel settore dei servizi alla persona, raddoppiano i tatuatori (+96 cioè il +104,3%) che rimangono comunque in numero esiguo (188 unità), mentre crescono solo lievemente parrucchieri ed estetiste (+7 pari al +0,2%) che sono la categoria più numerosa (3.851 unità).
Tra gli artigiani che svolgono attività di tipo industriale sono aumentate le imprese che producono accessori di abbigliamento (+22 pari al +25,9%) in controtendenza rispetto al forte calo del comparto più generale della confezione di abbigliamento (-17%), i meccanici industriali (+39 corrispondenti al +17,2%) in analogia alla crescita del comparto della riparazione manutenzione e installazione di macchine e apparecchiature, i panettieri e pasticceri (+ 31 pari al +5,2%) il cui andamento positivo si contrappone alla flessione delle imprese alimentari in genere.
Tra i mestieri artigiani in calo nell’ultimo quinquennio sono da ricordare le imprese che si occupano di carpenteria metallica (-29 cioè il -10,7%), i tornitori e fresatori (-50 corrispondente a -24,2%) e i fabbri (-94 pari a -21,8%) che confermano l’andamento in flessione del comparto della fabbricazione di prodotti in metallo. Ad essi si aggiunge la sensibile diminuzione di molti mestieri legati alle attività edilizie quali imbianchini e vetrai (-340 pari al -26,8%), piastrellisti (-246 corrispondenti al -28,5%), elettricisti (-222 cioè il -13,2%), idraulici (-149 pari al -9,4%), serramentisti (95 corrispondenti al -22,5%) e demolitori (-92 cioè il -39,0%) che rispecchiano in maniera molto evidente la crisi delle attività edili.
Tra le attività di servizio diminuisce il numero di meccanici (-200 pari a -9,2%) e di trasportatori “padroncini” (-308 unità pari a -20,8%).