LANCIANO, 20 marzo – A processo l’8 maggio prossimo, con il rito immediato, le sette persone accusate della cruenta rapina avvenuta a Lanciano, il 23 settembre scorso, ai danni dei coniugi Carlo Martelli e della moglie Niva Bazzan, alla quale fu brutalmente reciso il padiglione auricolare destro.A conclusione dell’indagine il procuratore capo Mirvana Di Serio ha chiesto il rinvio a giudizio, disposto dal gip Massimo Canosa, contro la gang di romeni arrestati pochi giorni dopo la rapina.

Prima dell’alba di quella domenica, i malviventi si introdussero nell’abitazione dei coniugi Martelli, legando e imbavagliando i due malcapitati. La coppia fu picchiata e alla Bazzan fu tagliato un orecchio con una roncola. Accusati di rapina pluriaggravata, lesioni gravissime, sequestro di persona e porto abusivo di arma sono finiti a processo il presunto capo banda Adrian Martin, fuggito e poi estradato dalla Romania lo scorso novembre; Alexandru Colteanu, l’unico che non ha reso confessione; i fratelli Ion e Costantin Turlica, il loro cugino Aurel Ruset e l’autista George Ghiviziu. Poi c’ è il settimo romeno, Gheorghe Traian Jacota, che risponde solo di favoreggiamento per la tentata fuga di Ghiviziu.

Dopo le ammissioni negli interrogatori di garanzia in carcere, i rapinatori sono stati inchiodati anche dai riscontri della polizia scientifica di Ancona, che ha trovato tracce su indumenti, suole delle scarpe, bottiglie e guanti sequestrati. Inoltre impronte, altre tracce biologiche ed ematiche furono rinvenuti anche nel borsone ritrovato durante la fuga sulla Golf, seconda auto utilizzata, oltre a una Bmw, dove furono trovate fascette e nastro isolante con cui i Martelli vennero legati e imbavagliati.

Nel sanguinario assalto a villa Martelli i rapinatori portarono via tre orologi e oggetti in oro. Con la Fiat Sedici del dottor Martelli andarono poi a prelevare contanti, per un totale di 1.990 euro, con bancomat e carte di credito estorti al Martelli. Il collegio di difesa ha ora 15 giorni di tempo per chiedere il rito abbreviato.