Bussi, via libera a rimozione di 112 mila metri cubi di rifiuti. Forum H2o: “Risultato storico”
BUSSI, 8 agosto – Il ministero dell’Ambiente ha chiuso la Conferenza dei servizi decisoria, per l’esame del progetto presentato da Edison, relativo alla discarica Tre Monti di Bussi, approvando la rimozione di 112.000 metri cubi di rifiuti e un progetto sperimentale di bonifica dei terreni sottostanti pesantemente inquinati da pericolosi solventi clorurati. Esulta il Forum H2o, che parla di “risultato storico, che ripaga oltre un decennio di lotta, a partire dal sequestro dell’area avvenuto a marzo 2007 da parte del compianto comandante Guido Conti. Un’azione – rimarca il Forum – che ha cambiato letteralmente la storia della Regione”.
L’associazione ambientalista fa sapere:
”Il Decreto segue quanto deciso nelle riunioni preparatorie, in cui si era concordata la necessità di rimuovere tutti i rifiuti nonostante le resistenze di Edison. Si procederà in questo modo: subito rimozione completa dei rifiuti nell’area Sud; nell’area Nord avvio di un progetto pilota di desorbimento termico per la bonifica dei terreni sottostanti i rifiuti pesantemente inquinati a causa delle sostanze pericolose percolate dai rifiuti sovrastanti. Questa fase non prevede la rimozione dei rifiuti sovrastanti, al fine di mantenere le misure di messa in sicurezza d’emergenza come il capping ormai installate; rimozione dei rifiuti anche nella parte Nord, in ogni caso, sia che abbia funzionato il desorbimento termico sia che non abbia dato i risultati sperati. Non è stato approvato, invece, il progetto generale di desorbimento termico da applicare da subito sui terreni in tutta l’area Nord, in quanto la valutazione deve essere subordinata alla verifica dell’efficacia del progetto pilota”.
Il Forum H2o aggiunge:
“Ci sono ancora alcune criticità progettuali da risolvere ma è passata la linea di rimuovere i rifiuti e trattare i terreni inquinati sottostanti. Sicuramente resta l’amaro per il disastro ambientale che abbiamo sotto gli occhi, per l’omertà e i ritardi clamorosi indegni di un paese civile e per la distribuzione per decenni di acqua contaminata da cancerogeni a 700.000 persone, come accertato dall’Istituto Superiore di Sanità. Ricordiamo che i pozzi inquinati furono chiusi nel 2007 solo grazie al lavoro degli attivisti che si presero una responsabilità enorme nel denunciare quanto stava accadendo prima ancora dell’intervento dell’Istituto Superiore di Sanità e delle altre autorità”.