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Caccia, le associazioni venatorie alla Regione Abruzzo:”Modificate il calendario”

Caccia, le associazioni venatorie alla Regione Abruzzo:”Modificate il calendario”

TERAMO, 27 dicembre – Emanare un nuovo calendario venatorio, sulla scorta delle esperienze delle altre regioni italiane. E’ quanto chiede la Fidc alla Regione Abruzzo, sottolineando come un suo immobilismo in materia sarà considerato “la dichiarazione di una precisa scelta politica in danno ai cacciatori, senza che ve ne sia altra giustificazione”.

“Come è noto – scrive la Federazione italiana della caccia in una nota inviata al presidente Luciano D’Alfonso e all’assessore Dino Pepe – pochi giorni addietro il Consiglio di Stato ha accolto parzialmente il ricorso proposti dall’Arci Caccia nazionale, che ha visto l’intervento anche della Fidc, e per l’effetto ha esteso la cacciabilità delle specie cesena, tordo bottaccio e tordo tassello fino al 10 gennaio 2017, mentre ha confermato la sospensione per la specie beccaccia oltre la data del 31 dicembre 2016. Il Consiglio di stato ha rimarcato, ancor più che il Tar Abruzzo, le responsabilità dell’amministrazione regionale nell’aver redatto, a sostegno delle scelte adottate nel calendario venatorio, una relazione del tutto carente e inidonea a superare le osservazioni sollevate, come da consuetudine, dall’Ispra”.

Al riguardo i cacciatori sottolineano come altre regioni, utilizzando “efficacemente e diligentemente i numerosi dati scientifici a disposizione“, abbiano previsto la chiusura del periodo venatorio a quelle stesse specie tra il 20 e il 31 gennaio 2017, mentre la Regione Abruzzo oltre a non aver utilizzato una documentazione adeguata avrebbe anche deciso di non difendere le proprie scelte e tutelare di conseguenza il mondo venatorio.

“Se così è stato – continua l’associazione – è lecito pensare che la scelta di accompagnare il calendario venatorio da una relazione definita dai più del tutto inadeguata a giustificare le determinazione adottate , unitamente a quella di non costituirsi nelle opportune sedi giudiziarie a difesa del proprio operato, sia il frutto di una precisa e ponderata decisione politica con l’obiettivo malcelato di ridurre i periodi di cacciabilità per le specie citate in contrasto con i prevalenti orientamenti politici diffusi in altri stati membri Ue e nelle altre regioni italiane”.

Da qui la richiesta alla Regione di provvedere all’emanazione di un nuovo calendario venatorio, o di modificare quello in vigore,in modo da consentire la caccia alla beccaccia, alla cesena, al tordo tassello e al tordo bottaccio “sino al 20 e/o 30ì gennaio 2017“, offrendo al riguardo la collaborazione dei propri “tecnici per l’elaborazione di una relazione che sia idonea e coerente con le esperienze nazionali e con lo stato dell’arte delle scienze faunistiche e venatorie“.

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